Niccolò Barella, centrocampista dell'Inter, ha rilasciato un'intervista a DAZN: "Lo slogan 'bisogna competere sempre' lo condivido al 100%, è stato lo specchio della scorsa stagione. Non siamo riusciti a vincere, ma è stata un'annata che ci ha lasciato tanto, sia di negativo che di positivo. Ora siamo qua per ritirarci su e per fare il meglio possibile. Fisicamente e anche mentalmente sento un po' di stanchezza. È stata una stagione bellissima dal punto di vista della competizione perché abbiamo lottato su tutti i fronti. Non abbiamo vinto trofei, e quello lascia qualcosa di negativo. Sono venuto qua con la voglia di fare bene, di ritrovare la testa e le gambe giuste. Il mister ci sta aiutando tanto, è empatico. C'è stato un cambio, bisogna trovare il giusto compromesso tra le cose positive e negative. Il mister in questo è stato bravissimo. Sconfitta col PSG in finale di Champions? Nella testa rimarrà, è sempre una sconfitta che fa parte di un percorso e di una carriera. È una sconfitta importante che infastidisce. Ma nella vita come nel calcio bisogna sapersi rialzare e noi l'abbiamo dimostrato. Abbiamo perso due campionati per un punto, due finali di Champions e in mezzo abbiamo anche vinto. Diciamo che abbiamo capito che il calcio è fatto di alti e bassi, quindi bisogna sempre lavorare di più per arrivare a giocarsi i trofei. Questa è la mentalità. Addio di Inzaghi? La notizia è stata strana, dopo quattro anni era diventata un'abitudine stare insieme. Al Cagliari ho vissuto tanti cambi d'allenatore, anche all'Inter. So come funziona, non dico di esserci abituato, ma so come funziona. L'unica cosa che ho fatto è stata ringraziare Inzaghi e il suo staff per i 4 anni fantastici, anni di crescita e di emozioni. Il 'grazie' è la parola più giusta. Chivu lo conoscevo già, abbiamo parlato qualche volta dopo le partitelle ad Appiano quando lui allenava la Primavera. Avevo visto la sua grande empatia verso i giocatori, sa capire le esigenze. È una qualità che non tutti hanno, una qualità molto importante. In un momento difficile ci sta dando una grande mano, una spinta. È un tipo diretto, ha grande voglia di fare e di vincere. C'è l'occasione di fare qualcosa di bello insieme. Mi è rimasto impresso il fatto che ha voluto che noi del gruppo tributassimo un applauso a Valentin dopo il gol che ha fatto (contro l'Urawa, ndr). È un giovane che ha vissuto un periodo difficile per via dell'infortunio, queste cose possono cambiare una carriera. L'ha rivisto sorridere dopo quei mesi difficili, è stata una cosa che mi ha toccato. Non penso che il gruppo si sia diviso, ma logicamente dopo certe sconfitte si creano dei malesseri. Quando vinci va tutto bene. Ma non penso che nel gruppo ci sia qualcuno che non voglia il bene dell'Inter. Magari dovremo trovare la nostra forza in campo, ovvero non prendere gol. Questa cosa ci è mancata nell'ultimo periodo, stiamo lavorando per ritrovarla. Dico che si può sempre fare meglio, io sono molto autocritico. Sicuramente il fatto di aver giocato tante partite non è stato facile mentalmente e fisicamente. A fine stagione probabilmente non ero lucidissimo. Però, ripeto, non sono un fenomeno di quelli che decidono le partite da solo. Io ho bisogno della squadra, ho bisogno di aiutare i miei compagni. A me non interessa la gloria personale, voglio aiutare i miei compagni. So che la gente è esigente, può criticare, ma io sono sereno finché sto bene con i miei compagni. Quello che succede fuori non possiamo gestirlo. Cosa mi sento di dire ai tifosi? Mi sento di dire di starci vicino, di riempire lo stadio, come hanno sempre fatto in questi anni, sia negli alti che nei bassi. Faremo sicuramente del nostro meglio. Dico di fidarsi del mister e della società che ha dimostrato di sapersi muovere. Luis Henrique e Sucic sono giocatori di qualità che ci potranno dare una grande mano. Carboni lo conoscevo già. Poi sappiamo che la Serie A è diversa dagli altri campionati, ci vuole l'adattamento. Il Mondiale per Club può far capire loro i nuovi meccanismi. Luis è quello che ci è mancato un po' in qualche fase della stagione, il giocatore che salta l'uomo, che non ha paura di provare il dribbling. Sucic ha grandissima qualità di calcio sia nella visione di gioco. Carboni ha qualità palla al piede, Pio non me lo ricordavo così grosso (ride, ndr). Seba, l'ho sempre detto, che ha una qualità immensa, deve solo trovare la miccia per accendersi. Il centrocampo a 4 mi piace. Ho giocato 7 anni nelle giovanili nazionali con quel modulo, diciamo che lo conosco abbastanza. Dovremo trovare i meccanismi giusti, che sono sicuro che il mister troverà".
di Napoli Magazine
23/06/2025 - 19:53
Niccolò Barella, centrocampista dell'Inter, ha rilasciato un'intervista a DAZN: "Lo slogan 'bisogna competere sempre' lo condivido al 100%, è stato lo specchio della scorsa stagione. Non siamo riusciti a vincere, ma è stata un'annata che ci ha lasciato tanto, sia di negativo che di positivo. Ora siamo qua per ritirarci su e per fare il meglio possibile. Fisicamente e anche mentalmente sento un po' di stanchezza. È stata una stagione bellissima dal punto di vista della competizione perché abbiamo lottato su tutti i fronti. Non abbiamo vinto trofei, e quello lascia qualcosa di negativo. Sono venuto qua con la voglia di fare bene, di ritrovare la testa e le gambe giuste. Il mister ci sta aiutando tanto, è empatico. C'è stato un cambio, bisogna trovare il giusto compromesso tra le cose positive e negative. Il mister in questo è stato bravissimo. Sconfitta col PSG in finale di Champions? Nella testa rimarrà, è sempre una sconfitta che fa parte di un percorso e di una carriera. È una sconfitta importante che infastidisce. Ma nella vita come nel calcio bisogna sapersi rialzare e noi l'abbiamo dimostrato. Abbiamo perso due campionati per un punto, due finali di Champions e in mezzo abbiamo anche vinto. Diciamo che abbiamo capito che il calcio è fatto di alti e bassi, quindi bisogna sempre lavorare di più per arrivare a giocarsi i trofei. Questa è la mentalità. Addio di Inzaghi? La notizia è stata strana, dopo quattro anni era diventata un'abitudine stare insieme. Al Cagliari ho vissuto tanti cambi d'allenatore, anche all'Inter. So come funziona, non dico di esserci abituato, ma so come funziona. L'unica cosa che ho fatto è stata ringraziare Inzaghi e il suo staff per i 4 anni fantastici, anni di crescita e di emozioni. Il 'grazie' è la parola più giusta. Chivu lo conoscevo già, abbiamo parlato qualche volta dopo le partitelle ad Appiano quando lui allenava la Primavera. Avevo visto la sua grande empatia verso i giocatori, sa capire le esigenze. È una qualità che non tutti hanno, una qualità molto importante. In un momento difficile ci sta dando una grande mano, una spinta. È un tipo diretto, ha grande voglia di fare e di vincere. C'è l'occasione di fare qualcosa di bello insieme. Mi è rimasto impresso il fatto che ha voluto che noi del gruppo tributassimo un applauso a Valentin dopo il gol che ha fatto (contro l'Urawa, ndr). È un giovane che ha vissuto un periodo difficile per via dell'infortunio, queste cose possono cambiare una carriera. L'ha rivisto sorridere dopo quei mesi difficili, è stata una cosa che mi ha toccato. Non penso che il gruppo si sia diviso, ma logicamente dopo certe sconfitte si creano dei malesseri. Quando vinci va tutto bene. Ma non penso che nel gruppo ci sia qualcuno che non voglia il bene dell'Inter. Magari dovremo trovare la nostra forza in campo, ovvero non prendere gol. Questa cosa ci è mancata nell'ultimo periodo, stiamo lavorando per ritrovarla. Dico che si può sempre fare meglio, io sono molto autocritico. Sicuramente il fatto di aver giocato tante partite non è stato facile mentalmente e fisicamente. A fine stagione probabilmente non ero lucidissimo. Però, ripeto, non sono un fenomeno di quelli che decidono le partite da solo. Io ho bisogno della squadra, ho bisogno di aiutare i miei compagni. A me non interessa la gloria personale, voglio aiutare i miei compagni. So che la gente è esigente, può criticare, ma io sono sereno finché sto bene con i miei compagni. Quello che succede fuori non possiamo gestirlo. Cosa mi sento di dire ai tifosi? Mi sento di dire di starci vicino, di riempire lo stadio, come hanno sempre fatto in questi anni, sia negli alti che nei bassi. Faremo sicuramente del nostro meglio. Dico di fidarsi del mister e della società che ha dimostrato di sapersi muovere. Luis Henrique e Sucic sono giocatori di qualità che ci potranno dare una grande mano. Carboni lo conoscevo già. Poi sappiamo che la Serie A è diversa dagli altri campionati, ci vuole l'adattamento. Il Mondiale per Club può far capire loro i nuovi meccanismi. Luis è quello che ci è mancato un po' in qualche fase della stagione, il giocatore che salta l'uomo, che non ha paura di provare il dribbling. Sucic ha grandissima qualità di calcio sia nella visione di gioco. Carboni ha qualità palla al piede, Pio non me lo ricordavo così grosso (ride, ndr). Seba, l'ho sempre detto, che ha una qualità immensa, deve solo trovare la miccia per accendersi. Il centrocampo a 4 mi piace. Ho giocato 7 anni nelle giovanili nazionali con quel modulo, diciamo che lo conosco abbastanza. Dovremo trovare i meccanismi giusti, che sono sicuro che il mister troverà".