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IL COMMENTO - L'interista Biasin: "Conte è stato bravissimo a mettere pressione all'avversario che ritiene più competitivo in ottica scudetto"
16.11.2024 15:40 di Redazione

Fabrizio Biasin, giornalista, ha scritto il suo editoriale su linterista.it, soffermandosi su Antonio Conte: “È stata la settimana del delirio innescato dalle parole di Antonio Conte da Lecce. È stato bravissimo, l’ex ct. Ha buttato nella mischia un’esca micidiale e molti ci sono cascati: qualcuno per davvero, altri solo per convenienza. Ebbene, quella di Antonio Conte da Lecce è banalissima strategia, non ci vuole una volpe per capirlo, basta osservare quello che ha detto e fatto in passato. Il dato di fatto, però, è che ogni volta riesce a fottere un sacco di gente con la scusa inattaccabile e paraculissima della 'giustizia'. 'Bisogna cambiare il protocollo! Così si rischiano i retropensieri!'. Quella del bell’Antonio voleva passare per un’intemerata fatta per il bene del calcio, mica per il suo, giammai. Ma, ci consenta, 'Ccà nisciuno è fesso' (cit.). La riprova che certe frasi non sono affatto frutto dell’improvvisazione è data dalla sintesi proposta qua e là in seguito alle parole contiane. Nei migliori e peggiori Bar Sport non si dice 'Evviva Conte che vuole un regolamento più corretto per il bene del giuoco e di tutti noi!' ma 'Marotta lig! L’Inter rubbba!' (con tre B). Del resto se vuoi lanciare un messaggio 'puro' lo fai a mente fredda e nei luoghi adatti, se invece intendi mettere pressione al tuo avversario - magari quello che ritieni più competitivo in ottica scudetto - allora alludi e alludi e alludi. 'Il retropensiero...', come no. Dalle ore 23 di domenica sera non si è fatto altro che parlare di uno strampalato 'Caso Nazionale', ovvero quello di un rigore assegnato dopo aver applicato correttamente il protocollo in essere. Oh, può piacere o no (al sottoscritto per esempio piace pochissimo), ma a San Siro i varisti hanno fatto esattamente quello che prevede il regolamento. Discorso molto diverso a Bergamo, laddove la super Atalanta (squadra fortissima) contro l’Udinese è stata agevolata dalla mancata applicazione del suddetto protocollo (non si sono accorti di un fallo di mano atalantino visibile anche da Bergamo Alta). Ecco, sapete quanto si è parlato di questa che, sì, è stata un’ingiustizia? Cinque minuti, del resto son tutti concentrati su Antonio e il suo discorso alla nazione, quello che - toh... - si è 'scordato' di fare subito dopo Empoli-Napoli 0-1, partita vinta grazie a un rigore dubbio, almeno tanto quanto quello assegnato per intervento su Dumfries. Siamo, insomma, al paradosso: è diventato “caso” l’aver applicato con correttezza il protocollo. L’Italia è un Paese unico, a tratti visionario e Antonio Conte lo sa bene. Eccome se lo sa”.

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IL COMMENTO - L'interista Biasin: "Conte è stato bravissimo a mettere pressione all'avversario che ritiene più competitivo in ottica scudetto"

di Napoli Magazine

16/11/2024 - 15:40

Fabrizio Biasin, giornalista, ha scritto il suo editoriale su linterista.it, soffermandosi su Antonio Conte: “È stata la settimana del delirio innescato dalle parole di Antonio Conte da Lecce. È stato bravissimo, l’ex ct. Ha buttato nella mischia un’esca micidiale e molti ci sono cascati: qualcuno per davvero, altri solo per convenienza. Ebbene, quella di Antonio Conte da Lecce è banalissima strategia, non ci vuole una volpe per capirlo, basta osservare quello che ha detto e fatto in passato. Il dato di fatto, però, è che ogni volta riesce a fottere un sacco di gente con la scusa inattaccabile e paraculissima della 'giustizia'. 'Bisogna cambiare il protocollo! Così si rischiano i retropensieri!'. Quella del bell’Antonio voleva passare per un’intemerata fatta per il bene del calcio, mica per il suo, giammai. Ma, ci consenta, 'Ccà nisciuno è fesso' (cit.). La riprova che certe frasi non sono affatto frutto dell’improvvisazione è data dalla sintesi proposta qua e là in seguito alle parole contiane. Nei migliori e peggiori Bar Sport non si dice 'Evviva Conte che vuole un regolamento più corretto per il bene del giuoco e di tutti noi!' ma 'Marotta lig! L’Inter rubbba!' (con tre B). Del resto se vuoi lanciare un messaggio 'puro' lo fai a mente fredda e nei luoghi adatti, se invece intendi mettere pressione al tuo avversario - magari quello che ritieni più competitivo in ottica scudetto - allora alludi e alludi e alludi. 'Il retropensiero...', come no. Dalle ore 23 di domenica sera non si è fatto altro che parlare di uno strampalato 'Caso Nazionale', ovvero quello di un rigore assegnato dopo aver applicato correttamente il protocollo in essere. Oh, può piacere o no (al sottoscritto per esempio piace pochissimo), ma a San Siro i varisti hanno fatto esattamente quello che prevede il regolamento. Discorso molto diverso a Bergamo, laddove la super Atalanta (squadra fortissima) contro l’Udinese è stata agevolata dalla mancata applicazione del suddetto protocollo (non si sono accorti di un fallo di mano atalantino visibile anche da Bergamo Alta). Ecco, sapete quanto si è parlato di questa che, sì, è stata un’ingiustizia? Cinque minuti, del resto son tutti concentrati su Antonio e il suo discorso alla nazione, quello che - toh... - si è 'scordato' di fare subito dopo Empoli-Napoli 0-1, partita vinta grazie a un rigore dubbio, almeno tanto quanto quello assegnato per intervento su Dumfries. Siamo, insomma, al paradosso: è diventato “caso” l’aver applicato con correttezza il protocollo. L’Italia è un Paese unico, a tratti visionario e Antonio Conte lo sa bene. Eccome se lo sa”.