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DAZN - Juventus, Tudor: "La sfida con l'Inter vale più di 3 punti, scudetto? Ovvio che possiamo vincerlo"
11.09.2025 21:02 di Redazione
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Igor Tudor, allenatore della Juventus, ha rilasciato un'intervista al format di Ciro Ferrara su DAZN: "Cosa rappresenta per me la Juventus? Una parte di vita, veramente. Mi ha costruito tanto come persona e anche nel lavoro di mister. Se posso dire personalmente la Juve è una parte di me. La Juve in quegli anni vinceva in Champions, era una cosa irreale. Era una molto particolare vedere Zidane allenarsi solo in un campo con gente che lo preparava. Sono cose che a me sono rimaste di quegli anni là. Portavamo sempre la porta noi e anche i palloni noi. Adesso sono in 30 a portare la porta e i palloni. Tempi diversi. Adesso è molto più difficile. Voglio parlare di Birindelli, Pessotto, Montero, Ferrara e Del Piero. Alex si arrabbiava molto se si perdeva anche solo la partitella in allenamento. Il famoso stile Juventus. Io nella vita faccio sempre la stessa cosa, insegno con i fatti e con gli esempi. Poche parole e coerenza di non girare la testa quando qualcuno sbaglia. Stare sempre sul pezzo in allenamento, la partita è la cosa più facile. Bremer a un'importanza enorme sotto tutti i punti di vista: come giocatore e come leader. Lo spogliatoio ha bisogno di lui e del suo carisma. È un ragazzo buono come il pane, si mette sempre a disposizione. Con Ferrara e Montero sarebbe stato titolare? A due forse no, ma a tre si (sorride, ndr). Che sensazione mi evoca essere allenatore della Juventus? a un'importanza enorme sotto tutti i punti di vista: come giocatore e come leader. Lo spogliatoio ha bisogno di lui e del suo carisma. È un ragazzo buono come il pane, si mette sempre a disposizione. Con Ferrara e Montero sarebbe stato titolare? A due forse no, ma a tre si (sorride, ndr). Bellissime. Io ho giocato poco da calciatore, ho smesso presto per i problemi alle caviglie. Ho sempre avuto questa cosa di non aver dato tutto quello che potevo e da quando ho iniziato ad allenare a 31 anni ho sognato di allenare la Juventus, mi sentivo in debito con questo club. La sfida con l'Inter vale più di tre punti, a me viene più facile preparare queste gare. L'Inter è una grande squadra, ha giocatori già maturi, che arrivano con un bagaglio importante. Noi ci giochiamo le nostre carte, vogliamo andare con i nostri punti di forza e lavorare sui punti deboli. Poi vediamo chi sarà più bravo. Scudetto? È ovvio che questa squadra può lottare per vincerlo. Io all'inizio di stagione in un paio di riunioni ho parlato della possibilità di vincere il campionato e degli obiettivi, poi chiudo la porta e non ne parlo più per tutta la stagione. Io parlo solo di cose concrete perché parlare di obiettivi non serve, bisogna raggiungerli non parlarne. Vlahovic? È una situazione molto particolare la sua con il contratto in scadenza. Gli farà molto bene, ha 25 anni, si sta ancora costruendo come persona. Le migliori annate sono davanti a lui, è a metà della sua carriera. Giocatore forte, è stata importante la sua crescita e l’ha fatto da solo, ha trovato la forza di essere concentrato e sul pezzo in un momento super difficile. Io provo a dargli amore quando gli serve amore, e quando gli serve il bastone gli do il bastone. Yildiz? L'altro giorno parlavo con loro e ho notato che a Yildiz non dico mai niente davanti agli altri, perché fa tutto quello che deve fare sempre. A lui raramente diciamo qualcosa, sia dal punto di vista del gioco sia dal punto di vista dei comportamenti. La differenza la fa quella interiore motivazione che uno ha per arrivare e per fare, che deve esserci tutti i giorni. Yildiz sta dimostrando di farlo e spero che continui così. Ha tutti gli attributi per diventare davvero un top. Chi vorrei nella Juventus di oggi? Zidane. Zizou è il calcio".

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DAZN - Juventus, Tudor: "La sfida con l'Inter vale più di 3 punti, scudetto? Ovvio che possiamo vincerlo"

di Napoli Magazine

11/09/2025 - 21:02

Igor Tudor, allenatore della Juventus, ha rilasciato un'intervista al format di Ciro Ferrara su DAZN: "Cosa rappresenta per me la Juventus? Una parte di vita, veramente. Mi ha costruito tanto come persona e anche nel lavoro di mister. Se posso dire personalmente la Juve è una parte di me. La Juve in quegli anni vinceva in Champions, era una cosa irreale. Era una molto particolare vedere Zidane allenarsi solo in un campo con gente che lo preparava. Sono cose che a me sono rimaste di quegli anni là. Portavamo sempre la porta noi e anche i palloni noi. Adesso sono in 30 a portare la porta e i palloni. Tempi diversi. Adesso è molto più difficile. Voglio parlare di Birindelli, Pessotto, Montero, Ferrara e Del Piero. Alex si arrabbiava molto se si perdeva anche solo la partitella in allenamento. Il famoso stile Juventus. Io nella vita faccio sempre la stessa cosa, insegno con i fatti e con gli esempi. Poche parole e coerenza di non girare la testa quando qualcuno sbaglia. Stare sempre sul pezzo in allenamento, la partita è la cosa più facile. Bremer a un'importanza enorme sotto tutti i punti di vista: come giocatore e come leader. Lo spogliatoio ha bisogno di lui e del suo carisma. È un ragazzo buono come il pane, si mette sempre a disposizione. Con Ferrara e Montero sarebbe stato titolare? A due forse no, ma a tre si (sorride, ndr). Che sensazione mi evoca essere allenatore della Juventus? a un'importanza enorme sotto tutti i punti di vista: come giocatore e come leader. Lo spogliatoio ha bisogno di lui e del suo carisma. È un ragazzo buono come il pane, si mette sempre a disposizione. Con Ferrara e Montero sarebbe stato titolare? A due forse no, ma a tre si (sorride, ndr). Bellissime. Io ho giocato poco da calciatore, ho smesso presto per i problemi alle caviglie. Ho sempre avuto questa cosa di non aver dato tutto quello che potevo e da quando ho iniziato ad allenare a 31 anni ho sognato di allenare la Juventus, mi sentivo in debito con questo club. La sfida con l'Inter vale più di tre punti, a me viene più facile preparare queste gare. L'Inter è una grande squadra, ha giocatori già maturi, che arrivano con un bagaglio importante. Noi ci giochiamo le nostre carte, vogliamo andare con i nostri punti di forza e lavorare sui punti deboli. Poi vediamo chi sarà più bravo. Scudetto? È ovvio che questa squadra può lottare per vincerlo. Io all'inizio di stagione in un paio di riunioni ho parlato della possibilità di vincere il campionato e degli obiettivi, poi chiudo la porta e non ne parlo più per tutta la stagione. Io parlo solo di cose concrete perché parlare di obiettivi non serve, bisogna raggiungerli non parlarne. Vlahovic? È una situazione molto particolare la sua con il contratto in scadenza. Gli farà molto bene, ha 25 anni, si sta ancora costruendo come persona. Le migliori annate sono davanti a lui, è a metà della sua carriera. Giocatore forte, è stata importante la sua crescita e l’ha fatto da solo, ha trovato la forza di essere concentrato e sul pezzo in un momento super difficile. Io provo a dargli amore quando gli serve amore, e quando gli serve il bastone gli do il bastone. Yildiz? L'altro giorno parlavo con loro e ho notato che a Yildiz non dico mai niente davanti agli altri, perché fa tutto quello che deve fare sempre. A lui raramente diciamo qualcosa, sia dal punto di vista del gioco sia dal punto di vista dei comportamenti. La differenza la fa quella interiore motivazione che uno ha per arrivare e per fare, che deve esserci tutti i giorni. Yildiz sta dimostrando di farlo e spero che continui così. Ha tutti gli attributi per diventare davvero un top. Chi vorrei nella Juventus di oggi? Zidane. Zizou è il calcio".