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L'APPUNTO - Nunzia Marciano su "NM": "Napoli, testa alle vittorie"
03.05.2021 10:00 di Redazione

NAPOLI - Quanto vale un attimo? Senza voler parafrasare la pur bella storia del valore del tempo, siamo già tutti capaci di capire che se è l’attimo che occorre ad annullare un gol regolare e con esso una vittoria che, molto probabilmente, a risultato un po’ più blindato, sarebbe stata sicura, allora la risposta è semplice: tanto, vale davvero tanto. Lo sa chi scrive. Lo sa chi tifa. Lo sa chi lo ha segnato. Lo sa Gattuso e lo sanno Napoli e il Napoli. Napoli-Cagliari 1-1 pareggio degli ospiti al 94esimo. Che già qui ci si potrebbe fermare e, considerando l’attimo di cui all’attacco, senza voler manco insistere sull’1-2 tra bianconeri ambo porta, chiudere tutto e dichiarare intossicata la domenica. Ma nel calcio, si sa, la palla è rotonda, tanto rotonda da poter andare oltre i risultati e sperare (perché di speranza si tratta) ancora: di certo, infatti, c’è solo che lo scudetto matematicamente atterra (beato lui, verrebbe da dire...) a Milano, sponda nerazzurra tra la folla (?!?) che esulta dopo la conquista del 19esimo trofeo, ringraziando l’Atalanta. Il resto non è affatto detto: la matematica, questo lo si sa, non è mai stata e mai sarà un’opinione e la classifica a quattro giornate dalla chiusura dei giochi permette ancora di far da conto. Certo, fuor di polemica, che se oltre agli avversari bisogna però lottare anche contro chi fischietta, la competizione si fa tosta, sia con chi il fischietto lo usa per annullare, sia con chi lo usa per concedere. Pesi, misure e soprattutto punti completamente diversi ma così è ancora, purtroppo lungo chiaramente dal doverlo passivamente accettare. Di certo uscire vincitori, nonostante una prestazione nel finale calante, avrebbe permesso al Napoli di ancorarsi alla zona Champions e dormire sonni più tranquilli: Osimhen trascina, Meret fa del suo meglio, Demme stesso porta a casa la pagnotta, Dries carica la squadra. Una squadra che c’è, non c’è dubbio ma che si perde nei meandri di se stessa per poi esser costretta a correre ai ripari quando può o a subire un gol che sa di beffa quando non può. Chiariamo: un gol regolare ma annullato cambia di certo e incide su tutto ciò che segue ma il Napoli avrebbe potuto cercare di avere più grinta per evitare adesso di dover far da conto per dare un senso a questa stagione e soprattutto per tracciare il solco della prossima, la cui faccia sarà definita proprio da quella qualificazione. C’è da dire però che a voler trovare un senso di nota colorita (a dispetto del termine di paragone), giocarsi la qualificazione con la Juve tra gli altri, un minimo di soddisfazione pure la provoca: Ronaldo a parte, la stagione lì è più che fallimentare e la corsa ad entrare nella top four è ancora tutta da giocare, al netto dei fischietti di cui sopra, chiaramente. Insomma, adesso testa alla vittoria, quella di cui non si può più fare a meno; cuore alle che non potranno più essere giocate senza la grinta giusta per tutta la durata; piedi a terra e al pallone che dovrà finire dalla parte giusta e cioè nella porta di chi giocherà contro il Napoli.

 
 

 

Nunzia Marciano
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
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L'APPUNTO - Nunzia Marciano su "NM": "Napoli, testa alle vittorie"

di Napoli Magazine

03/05/2024 - 10:00

NAPOLI - Quanto vale un attimo? Senza voler parafrasare la pur bella storia del valore del tempo, siamo già tutti capaci di capire che se è l’attimo che occorre ad annullare un gol regolare e con esso una vittoria che, molto probabilmente, a risultato un po’ più blindato, sarebbe stata sicura, allora la risposta è semplice: tanto, vale davvero tanto. Lo sa chi scrive. Lo sa chi tifa. Lo sa chi lo ha segnato. Lo sa Gattuso e lo sanno Napoli e il Napoli. Napoli-Cagliari 1-1 pareggio degli ospiti al 94esimo. Che già qui ci si potrebbe fermare e, considerando l’attimo di cui all’attacco, senza voler manco insistere sull’1-2 tra bianconeri ambo porta, chiudere tutto e dichiarare intossicata la domenica. Ma nel calcio, si sa, la palla è rotonda, tanto rotonda da poter andare oltre i risultati e sperare (perché di speranza si tratta) ancora: di certo, infatti, c’è solo che lo scudetto matematicamente atterra (beato lui, verrebbe da dire...) a Milano, sponda nerazzurra tra la folla (?!?) che esulta dopo la conquista del 19esimo trofeo, ringraziando l’Atalanta. Il resto non è affatto detto: la matematica, questo lo si sa, non è mai stata e mai sarà un’opinione e la classifica a quattro giornate dalla chiusura dei giochi permette ancora di far da conto. Certo, fuor di polemica, che se oltre agli avversari bisogna però lottare anche contro chi fischietta, la competizione si fa tosta, sia con chi il fischietto lo usa per annullare, sia con chi lo usa per concedere. Pesi, misure e soprattutto punti completamente diversi ma così è ancora, purtroppo lungo chiaramente dal doverlo passivamente accettare. Di certo uscire vincitori, nonostante una prestazione nel finale calante, avrebbe permesso al Napoli di ancorarsi alla zona Champions e dormire sonni più tranquilli: Osimhen trascina, Meret fa del suo meglio, Demme stesso porta a casa la pagnotta, Dries carica la squadra. Una squadra che c’è, non c’è dubbio ma che si perde nei meandri di se stessa per poi esser costretta a correre ai ripari quando può o a subire un gol che sa di beffa quando non può. Chiariamo: un gol regolare ma annullato cambia di certo e incide su tutto ciò che segue ma il Napoli avrebbe potuto cercare di avere più grinta per evitare adesso di dover far da conto per dare un senso a questa stagione e soprattutto per tracciare il solco della prossima, la cui faccia sarà definita proprio da quella qualificazione. C’è da dire però che a voler trovare un senso di nota colorita (a dispetto del termine di paragone), giocarsi la qualificazione con la Juve tra gli altri, un minimo di soddisfazione pure la provoca: Ronaldo a parte, la stagione lì è più che fallimentare e la corsa ad entrare nella top four è ancora tutta da giocare, al netto dei fischietti di cui sopra, chiaramente. Insomma, adesso testa alla vittoria, quella di cui non si può più fare a meno; cuore alle che non potranno più essere giocate senza la grinta giusta per tutta la durata; piedi a terra e al pallone che dovrà finire dalla parte giusta e cioè nella porta di chi giocherà contro il Napoli.

 
 

 

Nunzia Marciano
 
 
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