L'Editoriale
L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Napoli, rialzati! Non sarà un passo falso a cancellare 5 mesi da sogno"
05.01.2023 23:55 di Redazione

NAPOLI - Il 2023 è iniziato con una sconfitta, la prima in campionato, che spazza via anche il "titolo" di unica squadra imbattuta in Europa. Poco conta. Non sarà una sconfitta a cancellare i cinque mesi da sogno disegnati dal Napoli di Spalletti, che ora avrà il compito di rialzare subito la testa. Un intoppo ci può stare, prima o poi doveva verificarsi. Era impensabile sperare in un percorso netto, per cui si volta pagina e si guarda avanti. Prima la Sampdoria e poi la Juventus. Non c'è tempo per piangere sul latte versato. Storicamente il Napoli, alla prima gara dell'anno nuovo, difficilmente ha brillato. Magra soddisfazione, siamo tutti d'accordo. Il margine di vantaggio sulle inseguitrici, comunque, resta saldo, anche se di fatto hanno vinto tutte le squadre d'alta classifica. Cos'è accaduto a San Siro? Una serata storta. Concordo con l'analisi fatta da Spalletti: il pallone non ha viaggiato alla velocità che tutti conosciamo e, qualitativamente, sono mancate le giocate giuste. Nel primo tempo, quando all'Inter sono state concesse tre occasioni pericolose, dall'altro lato del campo Osimhen non ha quasi raccolto un pallone, mentre Zielinski vanificava l'unica occasione valida in piena area di rigore e Kvaratskhelia veniva riempito sistematicamente di calci da Skriniar e Barella, senza che il signor Sozza redarguisse l'operato dei nerazzurri. Il gol vittoria, poi, è stato costruito con un incredibile ed improvviso capovolgimento di gioco: bravo Mkhitaryan a pescare Dimarco (seguito troppo a distanza, per i miei gusti, da Di Lorenzo) e per Dzeko è stato un gioco da ragazzi spingere il pallone (con Meret) all'interno della porta con un'incornata delle sue, complice anche l'errata posizione assunta da Rrahmani. Nel complesso bene a tratti, da Meret reattivo su Dimarco (che non era in fuorigioco), agli onesti Kim e Olivera, in crescita Lobotka e Anguissa (non ancora ai loro livelli), con Ndombele che effettivamente e' parso piu' concreto dei compagni di reparto. In zona d'attacco e' lecito attendersi molto di piu' da tutti: da Politano e Lozano, da Kvaratskhelia ed Elmas, passando per Osimhen (dato che Simeone ha visto il campo nel finale). Pur non pungendo, se non con un tiro centrale del subentrato Raspadori (protagonista suo malgrado in precedenza di tre palle perse a centrocampo), qualche timido segnale il Napoli l'ha lanciato. Azzurri ben messi in campo ma privi della verve necessaria per affondare il colpo. Sicuramente troppo poco per la prima della classe, che dovrà mostrare una reazione feroce sia contro la Sampdoria che contro la Juventus per spegnare sul nascere le rinnovate speranze di gloria di chi, è giusto ricordarlo, "ammira" gli azzurri ancora da lontano col binocolo tra le mani.

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 
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di Napoli Magazine

05/01/2024 - 23:55

NAPOLI - Il 2023 è iniziato con una sconfitta, la prima in campionato, che spazza via anche il "titolo" di unica squadra imbattuta in Europa. Poco conta. Non sarà una sconfitta a cancellare i cinque mesi da sogno disegnati dal Napoli di Spalletti, che ora avrà il compito di rialzare subito la testa. Un intoppo ci può stare, prima o poi doveva verificarsi. Era impensabile sperare in un percorso netto, per cui si volta pagina e si guarda avanti. Prima la Sampdoria e poi la Juventus. Non c'è tempo per piangere sul latte versato. Storicamente il Napoli, alla prima gara dell'anno nuovo, difficilmente ha brillato. Magra soddisfazione, siamo tutti d'accordo. Il margine di vantaggio sulle inseguitrici, comunque, resta saldo, anche se di fatto hanno vinto tutte le squadre d'alta classifica. Cos'è accaduto a San Siro? Una serata storta. Concordo con l'analisi fatta da Spalletti: il pallone non ha viaggiato alla velocità che tutti conosciamo e, qualitativamente, sono mancate le giocate giuste. Nel primo tempo, quando all'Inter sono state concesse tre occasioni pericolose, dall'altro lato del campo Osimhen non ha quasi raccolto un pallone, mentre Zielinski vanificava l'unica occasione valida in piena area di rigore e Kvaratskhelia veniva riempito sistematicamente di calci da Skriniar e Barella, senza che il signor Sozza redarguisse l'operato dei nerazzurri. Il gol vittoria, poi, è stato costruito con un incredibile ed improvviso capovolgimento di gioco: bravo Mkhitaryan a pescare Dimarco (seguito troppo a distanza, per i miei gusti, da Di Lorenzo) e per Dzeko è stato un gioco da ragazzi spingere il pallone (con Meret) all'interno della porta con un'incornata delle sue, complice anche l'errata posizione assunta da Rrahmani. Nel complesso bene a tratti, da Meret reattivo su Dimarco (che non era in fuorigioco), agli onesti Kim e Olivera, in crescita Lobotka e Anguissa (non ancora ai loro livelli), con Ndombele che effettivamente e' parso piu' concreto dei compagni di reparto. In zona d'attacco e' lecito attendersi molto di piu' da tutti: da Politano e Lozano, da Kvaratskhelia ed Elmas, passando per Osimhen (dato che Simeone ha visto il campo nel finale). Pur non pungendo, se non con un tiro centrale del subentrato Raspadori (protagonista suo malgrado in precedenza di tre palle perse a centrocampo), qualche timido segnale il Napoli l'ha lanciato. Azzurri ben messi in campo ma privi della verve necessaria per affondare il colpo. Sicuramente troppo poco per la prima della classe, che dovrà mostrare una reazione feroce sia contro la Sampdoria che contro la Juventus per spegnare sul nascere le rinnovate speranze di gloria di chi, è giusto ricordarlo, "ammira" gli azzurri ancora da lontano col binocolo tra le mani.

 

 

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