NAPOLI - Mario Giuffredi, agente, tra i vari, di Politano, Di Lorenzo, Mario Rui e Gaetano, ha presentato il suo libro "La strada di un sogno. La mia vita da procuratore", dove erano presenti anche Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, Giovanni Di Lorenzo, capitano azzurro, e Maurizio de Giovanni, scrittore, e molti degli assistiti dell'agente ed esponenti della società azzurra. Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine".
Mario Giuffredi: "Ci tenevo a ringraziare tutti, in particolare Aurelio De Laurentiis per averci dato la possibilità di accedere all'interno dello Stadio. Perché ho voluto scrivere un libro? Ci tenevo a lanciare un messaggio ai ragazzi della mia città e che pensano che i sogni non siano realizzabili. Mi ritengo un ragazzo che ha avuto una vita difficile e che non ha fatto ancora nulla di importante, non sono nè un dottore, nè uno scienziato. Il messaggio di questo libro è quello di invogliare tutti a credere in un sogno. Ho sempre pensato di dare il massimo, mi ero prefissato di essere un ottimo professionista e soprattutto una persona rispettata per l'essere umano che sono. Ho tanti calciatori che giocano in Champions? I miei numeri li ho raggiunti grazie all'azzurro. Se non mi fosse arrivata la telefonata di Aurelio De Laurentiis, magari la mia carriera non sarebbe mai partita. Il Napoli, l'azzurro è importante nella mia vita, forse la parte più importante. Un aneddoto sull'arrivo di Giovanni Di Lorenzo a Napoli? Dopo un Empoli-Torino, chiamai Giuntoli e gli dissi che sarebbe stato utile prendere uno tra Di Lorenzo e Veretout. Cristiano voleva Veretout, ma quando gli dissi che Giovanni aveva interessi da alcuni club inglesi fu velocissimo nel prenderlo. Dopo 2 giorni siamo scesi a Napoli e mi chiamò il presidente De Laurentiis chiedendomi notizie sul calciatore, fino poi a chiudere la trattativa e ritrovarci nella stupenda storia che abbiamo creato. La maggior parte dei miei assistiti sono terzini? Di solito chi ha tanti terzini guadagna meno rispetto a chi detiene attaccanti o centrocampisti, ma ho preferito tenermi il meglio di questo ruolo. Non dico a nessun giocatore quello che faccio o le trattative che sto concordando. Io voglio solo il bene dei miei calciatori, cerco sempre di tutelarli e dare il massimo per i miei assistiti. Penso sempre di essere stato onesto con i miei calciatori e devono seguirmi per quelli che sono i miei ragionamenti. Cosa dico ai miei giocatori? Ci diamo obiettivi economici e tecnici, quindi conosco dove muovermi e cosa devo fare cercando sempre di rientrare nel perimetro dettato dai calciatori e dalle società. Dico poco ai miei calciatori, preferisco tutelarli. Mario Rui è l'emblema del giocatore che è stato doppiamente voluto. Ha sempre dovuto fare il doppio per meritarsi ciò che era e ciò non l'ho mai accettato. Mi fa arrabbiare più di tutti, ma gli voglio molto bene. Ringrazio il Presidente, dico eternamente grazie. Posso litigare 100 volte con lui, ma il rispetto che io avrò per la persona sarà sempre infinito. Il Napoli è un punto di arrivo e mi infastidisce pensare che qualcuno pensi sia solo una rampa di lancio per altri lidi. I calciatori dovrebbero correre per venire a Napoli. Un club organizzatissimo sotto molti aspetti e molti punti di vista. E' un club che cura l'aspetto legale come nessuno ed è all'avanguardia sotto tanti punti di vista. Nell'era De Laurentiis, da dove siamo partiti, il club ha fatto tantissimo ed è uno dei club più prestigiosi al mondo. Ringrazio anche l'Assessore Ferrante per la presenza".
Maurizio de Giovanni: "Ormai posso dire che Mario è un collega. Sono molto felice e orgoglioso di presenziare a questo evento. Questo libro ha una modalità diversa dalle altre, non perdi mai l'essenza della lettura. Chiaramente, il primo piano di lettura è la curioristà nei confronti di un mestiere che è strano, oscuro, quasi riservato all'interno di un mondo con enorme risonanza. Eppure, non conosciamo cosa c'è dietro, questo libro è una di quelle modalità in cui ci godiamo un piano di lettura importantissimo, ovvero la storia della persona, che si forma all'interno di un mondo e una professione pieno di pregiudizi. E' un libro davvero interessante da leggere".
Aurelio De Laurentiis: "Giuffredi fa un lavoro complicatissimo e come tutti quelli che decidono di fare una strada difficile, è una persona irrazionale che ha provato a perseguire un sogno. Federico Fellini, nel 1955, vinse un Oscar come miglior film straniero proprio con un film dal nome "La Strada". E' proprio questo, seguire la strada, battere la strada che hai percorso. Battendo il marciapiede riusciamo a percepire tutte le peculiarità che nel quotidiano riescono a perseguire e costruire il sogno. Noi, riusciamo a seguire anche i sogni degli altri, non come ieri che la Nazionale ha pareggiato con l'Ucraina con un rigore che c'era (ride, ndr). In realtà, e mi rivolgo soprattutto a Di Lorenzo e Politano in platea, è stata una Nazionale che ha giocato bene come poche volte contro una squadra che aveva grande motivazione anche se dilaniata da una guerra. Mario? Per poter dire che "questi sono i miei gioielli", lui può anche rinunciare ai compensi. Molti pensano solo a fatturare il più possibile, mentre Giuffredi ha una grande onestà intellettuale. Il lavoro di Mario è il vero lavoro dell'agente, perché rappresenta in tutto e per tutto il calciatore. In società in cui il 60-70% ci sono calciatori stranieri, il procuratore lo vedi, forse, solo alla firma del contratto o quando l'amministrazione ti mette sotto il mandato di pagamento, ma in realtà viene visto pochissime volte l'agente. Ricordo che, quando ho iniziato a fare cinema, ho convinto gente della statura di Alberto Sordi o registi come Mario Monicelli a dare almeno il 10% agli agenti. In vita mia ero odiato dagli agenti, anche perché quando vedo i contratti in cui io dovrei pagare l'agente di un attore mi dico "ma perché devo pagare io e non l'attore?". Mario, però, è un capitolo a sè, perché è collaborativo. Verratti? Quell'anno sarebbe stato bello comporre la triade, Insigne-Verratti-Immobile, che erano stati allenati da Zeman. Il procuratore di Verratti, però, disse che sarebbe andato a Parigi. Volevo dire solo grazie a Mario Giuffredi per una sua caratteristica. E' nato a San Giorgio a Cremano e non ha tradito la sua città e il Napoli Calcio. C'è molta gente che si vergogna e non crede nei successi di 15 anni di permanenza in Europa a favore di Inter, Juve e Milan. Giuffredi, invece, è un sostenitore dei colori azzurri e il mio applauso diventa ancor più grande".
Giovanni Di Lorenzo: "Ci tenevo a ringraziare Mario, quando mi ha proposto di fare la chiusura del libro ero molto felice, abbiamo entrambi fatto la gavetta per poi arrivare a questi livelli. Non sono uno scrittore, ma alla fine siamo riusciti a fare un bel lavoro. Con Giuffredi c'è un grande rapporto umano che si è andato a creare. Ricordi del mio arrivo al Napoli? Mario mi ha sempre tenuto nascosto la trattativa con il Napoli. Mi disse solo che stava chiudendo con una grande squadra dopo una partita che giocai con l'Empoli. E' stato bellissimo sapere che la chiamata era arrivata dal Napoli e altrettanto stupendo è essere il capitano di questa squadra e di aver vinto lo Scudetto con la maglia azzurra, sono orgoglioso di questo e del lavoro che ho fatto".
Mauro Meluso: "E' fondamentale poter parlare con un interlocutore diretto e leale anche se a Mario a volte si chiude la vena ed è meglio chiamarlo una settimana dopo. Ad esempio, c'è stato un disguido che siamo riusciti a risolvere con intelligenza. Giuffredi è una persona diretta, ma anche leale. E' un vantaggio il suo carattere perché non ci sono mai fraintendimenti sul suo pensiero. E' sicuramente una dote che lo contraddistingue".
Mario Rui: "Mario ormai lo conosco da 10 anni, lavoriamo insieme da tanto tempo ed eravamo partiti da perfetti sconosciuti che poi hanno condiviso tanti momenti di una carriera bellissima. Gli sono grato per ciò che ha fatto per me. Posso garantire che la mia vita sportiva e personale è migliorata con Giuffredi. Sono onorato di essere qui e contento del percorso fatto. Voglio solo dirgli che gli voglio bene".
Matteo Politano: "Mario è entrato nella mia vita quando dovevo cambiare procuratore e abbiamo condiviso molte scelte tra cui quella dell'anno dello Scudetto quando non sapevamo se restare o meno in azzurro, Giuffredi ha spinto per farmi restare e lo ringrazio".
Gianluca Gaetano: "Se tornassi indietro avrei fatto subito il passaggio per avere Mario come procuratore, lo ringrazio".
Maurizio Micheli: "La storia di Mario è la storia di tanti giocatori. Ci tenevo ad essere presente a questo evento perché ho rispetto di Giuffredi, una persona che ha lavorato con grande perseveranza che è la base del rapporto che ha con tutti i suoi giocatori. E' una cosa importante che non è facile trovare".
L'Assessore Ferrante: "Conoscere la realtà di Giuffredi aumenta la stima del suo lavoro e dei suoi campioni. Il Napoli è stato il simbolo di una cavalcata che ha poi portato a un bellissimo terzo Scudetto. La storia di Giuffredi è la storia di coloro che sognano di rendere Napoli migliore. Ti ringazio per quello che fai e lo Stadio non è nostro, ma di tutti i Napoletani. Cercheremo di rendere questo stadio il migliore d'Europa".
Emanuele Petrarca
Napoli Magazine
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
di Napoli Magazine
21/11/2023 - 20:41
NAPOLI - Mario Giuffredi, agente, tra i vari, di Politano, Di Lorenzo, Mario Rui e Gaetano, ha presentato il suo libro "La strada di un sogno. La mia vita da procuratore", dove erano presenti anche Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, Giovanni Di Lorenzo, capitano azzurro, e Maurizio de Giovanni, scrittore, e molti degli assistiti dell'agente ed esponenti della società azzurra. Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine".
Mario Giuffredi: "Ci tenevo a ringraziare tutti, in particolare Aurelio De Laurentiis per averci dato la possibilità di accedere all'interno dello Stadio. Perché ho voluto scrivere un libro? Ci tenevo a lanciare un messaggio ai ragazzi della mia città e che pensano che i sogni non siano realizzabili. Mi ritengo un ragazzo che ha avuto una vita difficile e che non ha fatto ancora nulla di importante, non sono nè un dottore, nè uno scienziato. Il messaggio di questo libro è quello di invogliare tutti a credere in un sogno. Ho sempre pensato di dare il massimo, mi ero prefissato di essere un ottimo professionista e soprattutto una persona rispettata per l'essere umano che sono. Ho tanti calciatori che giocano in Champions? I miei numeri li ho raggiunti grazie all'azzurro. Se non mi fosse arrivata la telefonata di Aurelio De Laurentiis, magari la mia carriera non sarebbe mai partita. Il Napoli, l'azzurro è importante nella mia vita, forse la parte più importante. Un aneddoto sull'arrivo di Giovanni Di Lorenzo a Napoli? Dopo un Empoli-Torino, chiamai Giuntoli e gli dissi che sarebbe stato utile prendere uno tra Di Lorenzo e Veretout. Cristiano voleva Veretout, ma quando gli dissi che Giovanni aveva interessi da alcuni club inglesi fu velocissimo nel prenderlo. Dopo 2 giorni siamo scesi a Napoli e mi chiamò il presidente De Laurentiis chiedendomi notizie sul calciatore, fino poi a chiudere la trattativa e ritrovarci nella stupenda storia che abbiamo creato. La maggior parte dei miei assistiti sono terzini? Di solito chi ha tanti terzini guadagna meno rispetto a chi detiene attaccanti o centrocampisti, ma ho preferito tenermi il meglio di questo ruolo. Non dico a nessun giocatore quello che faccio o le trattative che sto concordando. Io voglio solo il bene dei miei calciatori, cerco sempre di tutelarli e dare il massimo per i miei assistiti. Penso sempre di essere stato onesto con i miei calciatori e devono seguirmi per quelli che sono i miei ragionamenti. Cosa dico ai miei giocatori? Ci diamo obiettivi economici e tecnici, quindi conosco dove muovermi e cosa devo fare cercando sempre di rientrare nel perimetro dettato dai calciatori e dalle società. Dico poco ai miei calciatori, preferisco tutelarli. Mario Rui è l'emblema del giocatore che è stato doppiamente voluto. Ha sempre dovuto fare il doppio per meritarsi ciò che era e ciò non l'ho mai accettato. Mi fa arrabbiare più di tutti, ma gli voglio molto bene. Ringrazio il Presidente, dico eternamente grazie. Posso litigare 100 volte con lui, ma il rispetto che io avrò per la persona sarà sempre infinito. Il Napoli è un punto di arrivo e mi infastidisce pensare che qualcuno pensi sia solo una rampa di lancio per altri lidi. I calciatori dovrebbero correre per venire a Napoli. Un club organizzatissimo sotto molti aspetti e molti punti di vista. E' un club che cura l'aspetto legale come nessuno ed è all'avanguardia sotto tanti punti di vista. Nell'era De Laurentiis, da dove siamo partiti, il club ha fatto tantissimo ed è uno dei club più prestigiosi al mondo. Ringrazio anche l'Assessore Ferrante per la presenza".
Maurizio de Giovanni: "Ormai posso dire che Mario è un collega. Sono molto felice e orgoglioso di presenziare a questo evento. Questo libro ha una modalità diversa dalle altre, non perdi mai l'essenza della lettura. Chiaramente, il primo piano di lettura è la curioristà nei confronti di un mestiere che è strano, oscuro, quasi riservato all'interno di un mondo con enorme risonanza. Eppure, non conosciamo cosa c'è dietro, questo libro è una di quelle modalità in cui ci godiamo un piano di lettura importantissimo, ovvero la storia della persona, che si forma all'interno di un mondo e una professione pieno di pregiudizi. E' un libro davvero interessante da leggere".
Aurelio De Laurentiis: "Giuffredi fa un lavoro complicatissimo e come tutti quelli che decidono di fare una strada difficile, è una persona irrazionale che ha provato a perseguire un sogno. Federico Fellini, nel 1955, vinse un Oscar come miglior film straniero proprio con un film dal nome "La Strada". E' proprio questo, seguire la strada, battere la strada che hai percorso. Battendo il marciapiede riusciamo a percepire tutte le peculiarità che nel quotidiano riescono a perseguire e costruire il sogno. Noi, riusciamo a seguire anche i sogni degli altri, non come ieri che la Nazionale ha pareggiato con l'Ucraina con un rigore che c'era (ride, ndr). In realtà, e mi rivolgo soprattutto a Di Lorenzo e Politano in platea, è stata una Nazionale che ha giocato bene come poche volte contro una squadra che aveva grande motivazione anche se dilaniata da una guerra. Mario? Per poter dire che "questi sono i miei gioielli", lui può anche rinunciare ai compensi. Molti pensano solo a fatturare il più possibile, mentre Giuffredi ha una grande onestà intellettuale. Il lavoro di Mario è il vero lavoro dell'agente, perché rappresenta in tutto e per tutto il calciatore. In società in cui il 60-70% ci sono calciatori stranieri, il procuratore lo vedi, forse, solo alla firma del contratto o quando l'amministrazione ti mette sotto il mandato di pagamento, ma in realtà viene visto pochissime volte l'agente. Ricordo che, quando ho iniziato a fare cinema, ho convinto gente della statura di Alberto Sordi o registi come Mario Monicelli a dare almeno il 10% agli agenti. In vita mia ero odiato dagli agenti, anche perché quando vedo i contratti in cui io dovrei pagare l'agente di un attore mi dico "ma perché devo pagare io e non l'attore?". Mario, però, è un capitolo a sè, perché è collaborativo. Verratti? Quell'anno sarebbe stato bello comporre la triade, Insigne-Verratti-Immobile, che erano stati allenati da Zeman. Il procuratore di Verratti, però, disse che sarebbe andato a Parigi. Volevo dire solo grazie a Mario Giuffredi per una sua caratteristica. E' nato a San Giorgio a Cremano e non ha tradito la sua città e il Napoli Calcio. C'è molta gente che si vergogna e non crede nei successi di 15 anni di permanenza in Europa a favore di Inter, Juve e Milan. Giuffredi, invece, è un sostenitore dei colori azzurri e il mio applauso diventa ancor più grande".
Giovanni Di Lorenzo: "Ci tenevo a ringraziare Mario, quando mi ha proposto di fare la chiusura del libro ero molto felice, abbiamo entrambi fatto la gavetta per poi arrivare a questi livelli. Non sono uno scrittore, ma alla fine siamo riusciti a fare un bel lavoro. Con Giuffredi c'è un grande rapporto umano che si è andato a creare. Ricordi del mio arrivo al Napoli? Mario mi ha sempre tenuto nascosto la trattativa con il Napoli. Mi disse solo che stava chiudendo con una grande squadra dopo una partita che giocai con l'Empoli. E' stato bellissimo sapere che la chiamata era arrivata dal Napoli e altrettanto stupendo è essere il capitano di questa squadra e di aver vinto lo Scudetto con la maglia azzurra, sono orgoglioso di questo e del lavoro che ho fatto".
Mauro Meluso: "E' fondamentale poter parlare con un interlocutore diretto e leale anche se a Mario a volte si chiude la vena ed è meglio chiamarlo una settimana dopo. Ad esempio, c'è stato un disguido che siamo riusciti a risolvere con intelligenza. Giuffredi è una persona diretta, ma anche leale. E' un vantaggio il suo carattere perché non ci sono mai fraintendimenti sul suo pensiero. E' sicuramente una dote che lo contraddistingue".
Mario Rui: "Mario ormai lo conosco da 10 anni, lavoriamo insieme da tanto tempo ed eravamo partiti da perfetti sconosciuti che poi hanno condiviso tanti momenti di una carriera bellissima. Gli sono grato per ciò che ha fatto per me. Posso garantire che la mia vita sportiva e personale è migliorata con Giuffredi. Sono onorato di essere qui e contento del percorso fatto. Voglio solo dirgli che gli voglio bene".
Matteo Politano: "Mario è entrato nella mia vita quando dovevo cambiare procuratore e abbiamo condiviso molte scelte tra cui quella dell'anno dello Scudetto quando non sapevamo se restare o meno in azzurro, Giuffredi ha spinto per farmi restare e lo ringrazio".
Gianluca Gaetano: "Se tornassi indietro avrei fatto subito il passaggio per avere Mario come procuratore, lo ringrazio".
Maurizio Micheli: "La storia di Mario è la storia di tanti giocatori. Ci tenevo ad essere presente a questo evento perché ho rispetto di Giuffredi, una persona che ha lavorato con grande perseveranza che è la base del rapporto che ha con tutti i suoi giocatori. E' una cosa importante che non è facile trovare".
L'Assessore Ferrante: "Conoscere la realtà di Giuffredi aumenta la stima del suo lavoro e dei suoi campioni. Il Napoli è stato il simbolo di una cavalcata che ha poi portato a un bellissimo terzo Scudetto. La storia di Giuffredi è la storia di coloro che sognano di rendere Napoli migliore. Ti ringazio per quello che fai e lo Stadio non è nostro, ma di tutti i Napoletani. Cercheremo di rendere questo stadio il migliore d'Europa".
Emanuele Petrarca
Napoli Magazine
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com