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MR Z - Napoli, operazione rilancio!
25.05.2021 13:04 di Redazione

NAPOLI - E’ difficile, lo ammetto. E’ estremamente difficile scrivere questo contributo per Napoli Magazine. Avrei avuto anche io, come tutti, il desiderio ardente di commentare il ritorno del Napoli in Champions League, di azzardare previsioni su nuovo super allenatore, top del mercato, di discettare sugli acquisti da realizzare per migliorare la rosa e proiettare la squadra verso una nuova stagione ricca di soddisfazioni. E invece, niente… In che cosa convertire allora il tema di questo intervento senza dover inevitabilmente passare dall’entusiasmo alla depressione? Si potrebbe abbozzare un processo per capire di chi sia stata la colpa di quanto è accaduto? Forse un processo no, ma un esame degli eventi, con l’intenzione di essere quanto più oggettivo è possibile, questo si può fare. La colpa della mancata vittoria con il Verona è sicuramente figlia innanzitutto di un inspiegabile atteggiamento remissivo della squadra nella sua totalità (personalmente salvo soltanto Rrahmani e, per quello che ha potuto fare nel tempo limitato che gli è stato concesso, Politano). Che cosa avevano in mente gli azzurri non lo scopriremo mai. Quel che sappiamo per certo è che sembravano fragili e spauriti, incapaci di pensare, incapaci di lottare, capaci invece di sbagliare anche i passaggi più semplici ed elementari. Che cosa è accaduto? Da che cosa derivava quel terrore? Perché in campo non c’erano undici uomini con il sangue agli occhi e la bava alla bocca (tipo quelli della Fiorentina della settimana precedente, tanto per intenderci)? E’ un mistero, e come tale rimarrà irrisolto. Un’altra colpa relativa al pareggio con il Verona e alla mancata conquista della Champions è sicuramente da attribuire a Gattuso. Che la squadra di Juric marcasse a uomo a centrocampo era cosa nota a tutti, figuriamoci se non lo sapeva il tecnico del Napoli. Sono state adottate contromisure adeguate nella preparazione della gara? Si è pensato di evitare la famosa, e direi famigerata, costruzione dal portiere che ha già provocato tanti danni in questa annata balorda, soprattutto quando si sono avute di fronte squadre estremamente aggressive sulla partenza dell’azione? Niente! Si è visto invece il solito Napoli, con la differenza che uscire dalla propria metà campo questa volta rappresentava, con i veneti scatenati e impegnati in una marcatura asfissiante in mezzo al campo, una fatica titanica. Ma le colpe di questa stagione, diciamolo pure, estremamente deludente vengono più da lontano. Rimane incomprensibile il motivo per il quale De Laurentiis quando ha perso la fiducia nell’allenatore (dopo Verona-Napoli?) se lo sia tenuto per sé e non ne abbia informato il diretto interessato. Conta poco il fatto che le parti avessero già messo a punto un testo di contratto di prolungamento sotto al quale mancavano solo le firme. Il presidente è il padrone della società e può fare ciò che vuole, compreso cambiare le sue idee, senza doverne dare conto a chicchessia. Insieme avrebbero potuto decidere se interrompere consensualmente il rapporto (troppo doloroso pagare due stipendi?) o andare avanti di comune accordo fino a fine stagione. La scelta di delegittimare Gattuso di fatto, come è avvenuto, non ha fatto bene a nessuno, tantomeno alla squadra. E adesso che cosa accadrà? Leggo di Sergio Conceicao. Sembra che sia un uomo triste (almeno così dicono i suoi ex compagni di squadra), ma quel che conta è solo l’abilità nello stare in panchina, nel preparare la partita, nel cambiare le carte in tavola in corso d’opera, all’occorrenza. Questa volta si tratterebbe non di una scommessa completa di De Laurentiis, bensì di una mezza scommessa, visto che il portoghese qualcosa di buono l’ha già fatta vedere sulla panchina del Porto e non del Panecuocolo. Se fosse lui, come sento dire, a firmare domani il contratto nella sede della Filmauro (non ho mai capito perché queste convocazioni vengono fatte a Roma e non a Castel Volturno…) accetterà tutto: l’ingaggio proposto dal presidente e anche la rosa che la Società gli metterà a disposizione, probabilmente quella attuale privata di alcuni elementi con la cui cessione ricavare buoni profitti e riallargata poi con prospetti giovani dall’ingaggio contenuto. De Laurentiis spera di pescare una specie di Maurizio Sarri, un uomo nuovo che ci sappia stupire e incantare. Gli esiti? Non lo so, non si possono fare previsioni. E in fondo meglio evitare. Tutti fummo entusiasti quando Ancelotti firmò… nella sede della Filmauro. E andò a finire come tutti sapete.

 

 

Mario Zaccaria

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte:www.napolimagazine.com

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di Napoli Magazine

25/05/2024 - 13:04

NAPOLI - E’ difficile, lo ammetto. E’ estremamente difficile scrivere questo contributo per Napoli Magazine. Avrei avuto anche io, come tutti, il desiderio ardente di commentare il ritorno del Napoli in Champions League, di azzardare previsioni su nuovo super allenatore, top del mercato, di discettare sugli acquisti da realizzare per migliorare la rosa e proiettare la squadra verso una nuova stagione ricca di soddisfazioni. E invece, niente… In che cosa convertire allora il tema di questo intervento senza dover inevitabilmente passare dall’entusiasmo alla depressione? Si potrebbe abbozzare un processo per capire di chi sia stata la colpa di quanto è accaduto? Forse un processo no, ma un esame degli eventi, con l’intenzione di essere quanto più oggettivo è possibile, questo si può fare. La colpa della mancata vittoria con il Verona è sicuramente figlia innanzitutto di un inspiegabile atteggiamento remissivo della squadra nella sua totalità (personalmente salvo soltanto Rrahmani e, per quello che ha potuto fare nel tempo limitato che gli è stato concesso, Politano). Che cosa avevano in mente gli azzurri non lo scopriremo mai. Quel che sappiamo per certo è che sembravano fragili e spauriti, incapaci di pensare, incapaci di lottare, capaci invece di sbagliare anche i passaggi più semplici ed elementari. Che cosa è accaduto? Da che cosa derivava quel terrore? Perché in campo non c’erano undici uomini con il sangue agli occhi e la bava alla bocca (tipo quelli della Fiorentina della settimana precedente, tanto per intenderci)? E’ un mistero, e come tale rimarrà irrisolto. Un’altra colpa relativa al pareggio con il Verona e alla mancata conquista della Champions è sicuramente da attribuire a Gattuso. Che la squadra di Juric marcasse a uomo a centrocampo era cosa nota a tutti, figuriamoci se non lo sapeva il tecnico del Napoli. Sono state adottate contromisure adeguate nella preparazione della gara? Si è pensato di evitare la famosa, e direi famigerata, costruzione dal portiere che ha già provocato tanti danni in questa annata balorda, soprattutto quando si sono avute di fronte squadre estremamente aggressive sulla partenza dell’azione? Niente! Si è visto invece il solito Napoli, con la differenza che uscire dalla propria metà campo questa volta rappresentava, con i veneti scatenati e impegnati in una marcatura asfissiante in mezzo al campo, una fatica titanica. Ma le colpe di questa stagione, diciamolo pure, estremamente deludente vengono più da lontano. Rimane incomprensibile il motivo per il quale De Laurentiis quando ha perso la fiducia nell’allenatore (dopo Verona-Napoli?) se lo sia tenuto per sé e non ne abbia informato il diretto interessato. Conta poco il fatto che le parti avessero già messo a punto un testo di contratto di prolungamento sotto al quale mancavano solo le firme. Il presidente è il padrone della società e può fare ciò che vuole, compreso cambiare le sue idee, senza doverne dare conto a chicchessia. Insieme avrebbero potuto decidere se interrompere consensualmente il rapporto (troppo doloroso pagare due stipendi?) o andare avanti di comune accordo fino a fine stagione. La scelta di delegittimare Gattuso di fatto, come è avvenuto, non ha fatto bene a nessuno, tantomeno alla squadra. E adesso che cosa accadrà? Leggo di Sergio Conceicao. Sembra che sia un uomo triste (almeno così dicono i suoi ex compagni di squadra), ma quel che conta è solo l’abilità nello stare in panchina, nel preparare la partita, nel cambiare le carte in tavola in corso d’opera, all’occorrenza. Questa volta si tratterebbe non di una scommessa completa di De Laurentiis, bensì di una mezza scommessa, visto che il portoghese qualcosa di buono l’ha già fatta vedere sulla panchina del Porto e non del Panecuocolo. Se fosse lui, come sento dire, a firmare domani il contratto nella sede della Filmauro (non ho mai capito perché queste convocazioni vengono fatte a Roma e non a Castel Volturno…) accetterà tutto: l’ingaggio proposto dal presidente e anche la rosa che la Società gli metterà a disposizione, probabilmente quella attuale privata di alcuni elementi con la cui cessione ricavare buoni profitti e riallargata poi con prospetti giovani dall’ingaggio contenuto. De Laurentiis spera di pescare una specie di Maurizio Sarri, un uomo nuovo che ci sappia stupire e incantare. Gli esiti? Non lo so, non si possono fare previsioni. E in fondo meglio evitare. Tutti fummo entusiasti quando Ancelotti firmò… nella sede della Filmauro. E andò a finire come tutti sapete.

 

 

Mario Zaccaria

 

Napoli Magazine

 

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