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MR Z - Io sto con Rino Gattuso
29.09.2020 16:21 di Redazione

NAPOLI - Soddisfazione sì, ma senza esaltarci più di tanto. Ha ragione Gattuso nel gettare acqua sul fuoco degli entusiasmi. E’ vero, il Napoli nel secondo tempo della partita con il Genoa ha dato spettacolo e l’entità della vittoria sotto il cui peso è stata seppellita la squadra di Maran qualcosa dovrà pur significare. Non dimentichiamo neppure che nelle prime due uscite in campionato gli azzurri hanno messo a segno otto reti e non ne hanno subito alcuna. E anche questo è un dato positivo sul quale si può e si deve riflettere. Ciò che invece induce ad avere una certa prudenza nella valutazione complessiva della squadra e delle sue prestazioni, riguarda da un lato la relativa fragilità degli avversari affrontati, vale a dire due squadre che probabilmente quest’anno finiranno per rimanere impelagate nella lotta per non retrocedere, e dall’altro il comportamento non proprio esaltante che il Napoli ha tenuto nella prima frazione di gioco. Gattuso non era molto contento, tanto è vero che, nonostante la sostituzione già avvenuta per cause di forza maggiore di Insigne con Elmas che non è certo un attaccante, aveva già deciso che dopo sette-otto minuti dall’inizio del secondo tempo avrebbe mandato in campo un altro centrocampista al posto di una punta per riequilibrare l’assetto tattico della squadra, se non fosse arrivato dopo trenta secondi appena il gol di Zielinski a mutare lo scenario. Nel primo tempo, infatti, il Genoa non aveva sfigurato e anzi il Napoli, oltre al gol di Lozano e a un’altra clamorosa occasione sciupata dallo stesso messicano, aveva costruito poco o nulla. Questo che cosa vuol dire? Vuol dire che prima che il Genoa crollasse sul piano fisico e su quello mentale, la partita non era proprio in discesa e che non vi era alcuna certezza su come sarebbe andata a finire. Il problema è dunque che fino a quando ci si trova di fronte al Parma o al Genoa si possono fare certi ragionamenti tattici, ma quando l’esame – come avverrà ad esempio domenica prossima a Torino con la Juventus – si fa più difficile, allora la prudenza nella valutazione complessiva trova una sua logica e una sua giustificazione. Questo, attenzione, non significa che il modulo a trazione anteriore debba essere bocciato, ci mancherebbe altro. Significa piuttosto che il Napoli farebbe bene, nei giorni che ancor rimangono, a muoversi sul mercato per portare a casa un centrocampista difensivo, cosa che consentirebbe di affrontare partite anche più difficili di quelle fino ad ora disputate, potendo contare sul 4-2-3-1, senza correre il rischio di venire infilzati perché Ruiz e Zielinski non hanno tra le loro caratteristiche tecnico-tattiche quella dell’incontrista. E significa anche che con le squadre più forti si può pensare, almeno inizialmente, di rispolverare il 4-3-3, salvo intervenire in corso d’opera – come Gattuso ha già ampiamente dimostrato di saper e voler fare – per modificare l’assetto tattico della squadra e votarla a un maggiore offensivismo che, soprattutto con gli avversari stanchi, può dimostrarsi letale. Insomma le condizioni perché l’allenatore possa sbizzarrirsi con le soluzioni più fantasiose ci sono tutte. Il resto deve farlo la società.

 

 

Mario Zaccaria

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte:www.napolimagazine.com

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di Napoli Magazine

29/09/2024 - 16:21

NAPOLI - Soddisfazione sì, ma senza esaltarci più di tanto. Ha ragione Gattuso nel gettare acqua sul fuoco degli entusiasmi. E’ vero, il Napoli nel secondo tempo della partita con il Genoa ha dato spettacolo e l’entità della vittoria sotto il cui peso è stata seppellita la squadra di Maran qualcosa dovrà pur significare. Non dimentichiamo neppure che nelle prime due uscite in campionato gli azzurri hanno messo a segno otto reti e non ne hanno subito alcuna. E anche questo è un dato positivo sul quale si può e si deve riflettere. Ciò che invece induce ad avere una certa prudenza nella valutazione complessiva della squadra e delle sue prestazioni, riguarda da un lato la relativa fragilità degli avversari affrontati, vale a dire due squadre che probabilmente quest’anno finiranno per rimanere impelagate nella lotta per non retrocedere, e dall’altro il comportamento non proprio esaltante che il Napoli ha tenuto nella prima frazione di gioco. Gattuso non era molto contento, tanto è vero che, nonostante la sostituzione già avvenuta per cause di forza maggiore di Insigne con Elmas che non è certo un attaccante, aveva già deciso che dopo sette-otto minuti dall’inizio del secondo tempo avrebbe mandato in campo un altro centrocampista al posto di una punta per riequilibrare l’assetto tattico della squadra, se non fosse arrivato dopo trenta secondi appena il gol di Zielinski a mutare lo scenario. Nel primo tempo, infatti, il Genoa non aveva sfigurato e anzi il Napoli, oltre al gol di Lozano e a un’altra clamorosa occasione sciupata dallo stesso messicano, aveva costruito poco o nulla. Questo che cosa vuol dire? Vuol dire che prima che il Genoa crollasse sul piano fisico e su quello mentale, la partita non era proprio in discesa e che non vi era alcuna certezza su come sarebbe andata a finire. Il problema è dunque che fino a quando ci si trova di fronte al Parma o al Genoa si possono fare certi ragionamenti tattici, ma quando l’esame – come avverrà ad esempio domenica prossima a Torino con la Juventus – si fa più difficile, allora la prudenza nella valutazione complessiva trova una sua logica e una sua giustificazione. Questo, attenzione, non significa che il modulo a trazione anteriore debba essere bocciato, ci mancherebbe altro. Significa piuttosto che il Napoli farebbe bene, nei giorni che ancor rimangono, a muoversi sul mercato per portare a casa un centrocampista difensivo, cosa che consentirebbe di affrontare partite anche più difficili di quelle fino ad ora disputate, potendo contare sul 4-2-3-1, senza correre il rischio di venire infilzati perché Ruiz e Zielinski non hanno tra le loro caratteristiche tecnico-tattiche quella dell’incontrista. E significa anche che con le squadre più forti si può pensare, almeno inizialmente, di rispolverare il 4-3-3, salvo intervenire in corso d’opera – come Gattuso ha già ampiamente dimostrato di saper e voler fare – per modificare l’assetto tattico della squadra e votarla a un maggiore offensivismo che, soprattutto con gli avversari stanchi, può dimostrarsi letale. Insomma le condizioni perché l’allenatore possa sbizzarrirsi con le soluzioni più fantasiose ci sono tutte. Il resto deve farlo la società.

 

 

Mario Zaccaria

 

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