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MR Z - ADL e il futuro del Napoli, si può guardare avanti con ottimismo
30.03.2021 17:32 di Redazione

NAPOLI - Leggo di programmi per la prossima stagione riguardanti il Napoli da far accapponare la pelle. Diminuzione radicale del budget ingaggi, cessione senza troppi complimenti di giocatori della rosa il cui stipendio è ritenuto alto e dunque è considerato fuori controllo, consequenziale campagna acquisti limitata a pochi ritocchi. L'unico tassello che manca alla lettura quotidiana di queste notizie da sfacelo totale riguarda l'allenatore. Ma anche in questo caso, le notizie che riempiono le cronache negli ultimi giorni riferiscono di una sostituzione di Rino Gattuso fatta in ogni caso con il bilancino in tasca e dunque al risparmio. Sembra quasi che la questione più importante non sia quella di trovare un allenatore in grado di riprendere il cammino virtuoso inaugurato ormai da diversi anni e portato avanti con costanza anche se con qualche discontinuità fisiologica, ma che l'unica cosa che conta sia solo e soltanto risparmiare. Certo le condizioni del calcio sono quelle che sono e nessuno lo può negare. La pandemia da Covid ha messo alle strette le società alle quali, sostanzialmente, è mancato l'apporto degli introiti derivanti da abbonamenti e biglietti. Ma se il Napoli è tanto in bolletta da essere costretto a vendere o a svendere i suoi pezzi migliori, altre società che prima del Covid erano in condizioni economiche molto peggiori di quella di De Laurentiis il prossimo anno che cosa dovrebbero fare? Scomparire forse? D'altro canto nel calcio vale, come in molte altre attività umane, il principio della coperta troppo corta. Se il Napoli vuole avere una condizione economica che gli consenta di andare avanti ogni anno con una certa tranquillità, deve partecipare alla Champions League. Ma per qualificarsi a questa competizione occorre classificarsi nelle prime quattro posizioni in campionato e per arrivare a tale risultato è necessario avere una rosa di qualità, guidata da un allenatore di grido. E i calciatori di qualità e gli allenatori di grido firmano solo contratti molto onerosi per le società. Insomma siamo di fronte a un circolo cartesiano, a un cane che si morde la coda. Spendo poco, guadagno poco e, dunque, resto al palo. A chi conviene? Ai tifosi non di sicuro, ma neanche a De Laurentiis. Se il Napoli abbassa troppo il livello, sprofonda nell'anonimato e le casse finiscono per piangere sempre di più. Allora, forse, bisogna guardare al futuro con un pizzico di maggiore realismo e senza fare previsioni troppo fosche. De Laurentiis vorrà sicuramente ridurre le spese ma si può essere certi che non vorrà vedere il Napoli squadra retrocedere qualitativamente su posizioni da mezza classifica. E anche i giocatori dovranno per forza di cose rendersi conto che i tempi delle vacche grasse sono ormai finiti e che in tutto il mondo anche i protagonisti del calcio dovranno inevitabilmente rassegnarsi all'idea che il mondo è cambiato e che ciò che prima sembrava normale oggi non lo è più. Nessuna squadra aumenterà gli ingaggi dei propri giocatori. E' più probabile che tutte le squadre del mondo li diminuiranno. Altrimenti il sistema calcio finirà per sgretolarsi e accartocciarsi su se stesso come un castello di carta. Dunque quelli che fino a poco fa puntavano i piedi per vedere aumentato il proprio assegno annuo, se continuassero a farlo rischierebbero seriamente di rimanere fuori dal giro, senza essere capaci di trovare nuove strade da percorrere e nuovi contratti da nababbi da firmare. Perciò non dobbiamo fasciarci la testa e dobbiamo invece continuare a guardare con fiducia al futuro.

 

 

Mario Zaccaria

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte:www.napolimagazine.com

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30/03/2024 - 17:32

NAPOLI - Leggo di programmi per la prossima stagione riguardanti il Napoli da far accapponare la pelle. Diminuzione radicale del budget ingaggi, cessione senza troppi complimenti di giocatori della rosa il cui stipendio è ritenuto alto e dunque è considerato fuori controllo, consequenziale campagna acquisti limitata a pochi ritocchi. L'unico tassello che manca alla lettura quotidiana di queste notizie da sfacelo totale riguarda l'allenatore. Ma anche in questo caso, le notizie che riempiono le cronache negli ultimi giorni riferiscono di una sostituzione di Rino Gattuso fatta in ogni caso con il bilancino in tasca e dunque al risparmio. Sembra quasi che la questione più importante non sia quella di trovare un allenatore in grado di riprendere il cammino virtuoso inaugurato ormai da diversi anni e portato avanti con costanza anche se con qualche discontinuità fisiologica, ma che l'unica cosa che conta sia solo e soltanto risparmiare. Certo le condizioni del calcio sono quelle che sono e nessuno lo può negare. La pandemia da Covid ha messo alle strette le società alle quali, sostanzialmente, è mancato l'apporto degli introiti derivanti da abbonamenti e biglietti. Ma se il Napoli è tanto in bolletta da essere costretto a vendere o a svendere i suoi pezzi migliori, altre società che prima del Covid erano in condizioni economiche molto peggiori di quella di De Laurentiis il prossimo anno che cosa dovrebbero fare? Scomparire forse? D'altro canto nel calcio vale, come in molte altre attività umane, il principio della coperta troppo corta. Se il Napoli vuole avere una condizione economica che gli consenta di andare avanti ogni anno con una certa tranquillità, deve partecipare alla Champions League. Ma per qualificarsi a questa competizione occorre classificarsi nelle prime quattro posizioni in campionato e per arrivare a tale risultato è necessario avere una rosa di qualità, guidata da un allenatore di grido. E i calciatori di qualità e gli allenatori di grido firmano solo contratti molto onerosi per le società. Insomma siamo di fronte a un circolo cartesiano, a un cane che si morde la coda. Spendo poco, guadagno poco e, dunque, resto al palo. A chi conviene? Ai tifosi non di sicuro, ma neanche a De Laurentiis. Se il Napoli abbassa troppo il livello, sprofonda nell'anonimato e le casse finiscono per piangere sempre di più. Allora, forse, bisogna guardare al futuro con un pizzico di maggiore realismo e senza fare previsioni troppo fosche. De Laurentiis vorrà sicuramente ridurre le spese ma si può essere certi che non vorrà vedere il Napoli squadra retrocedere qualitativamente su posizioni da mezza classifica. E anche i giocatori dovranno per forza di cose rendersi conto che i tempi delle vacche grasse sono ormai finiti e che in tutto il mondo anche i protagonisti del calcio dovranno inevitabilmente rassegnarsi all'idea che il mondo è cambiato e che ciò che prima sembrava normale oggi non lo è più. Nessuna squadra aumenterà gli ingaggi dei propri giocatori. E' più probabile che tutte le squadre del mondo li diminuiranno. Altrimenti il sistema calcio finirà per sgretolarsi e accartocciarsi su se stesso come un castello di carta. Dunque quelli che fino a poco fa puntavano i piedi per vedere aumentato il proprio assegno annuo, se continuassero a farlo rischierebbero seriamente di rimanere fuori dal giro, senza essere capaci di trovare nuove strade da percorrere e nuovi contratti da nababbi da firmare. Perciò non dobbiamo fasciarci la testa e dobbiamo invece continuare a guardare con fiducia al futuro.

 

 

Mario Zaccaria

 

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