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L'EX - Bruscolotti: "Di Lorenzo interpreta bene il ruolo di capitano, Lobotka fondamentale"
02.04.2024 13:04 di Redazione

A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Giuseppe Bruscolotti, ex capitano del Napoli:

 

Che sconfitta è stata contro i bergamaschi?

 

“Purtroppo, è brutto tutto. Si sperava ci potesse essere una reazione, era un confronto diretto. Di fronte abbiamo trovato una signora squadra che non siamo riusciti a contrastare”.

 

Tanta Atalanta o poco Napoli?

 

“L’Atalanta è una buona squadra, non scopriamo niente. È una squadra che pressa molto, gioca a uomo. È mancata proprio la voglia del confronto diretto. Queste sono partite spareggio. Ieri la Roma ha pareggiato e ci ritroveremo a recriminare i risultati con Atalanta, Torino o Cagliari. Quel che vediamo è lo specchio di questa squadra”.

 

Con la sconfitta contro i bergamaschi gli azzurri dicono addio alla Champions.

 

“Direi proprio di sì. Le contendenti sono tante e potrebbe sbagliare una, ma non tutte. Il posizionamento del Napoli è importante anche per la programmazione della prossima stagione. Tra allenatore e direttore sportivo si dovrà ripartire con basi solide”.

 

Pare che il prossimo direttore sportivo del Napoli possa essere Giovanni Manna, il dirigente dei bianconeri che si occupa della Next Gen. Crede sia una buona scelta?

 

“Non saprei. Bisognerebbe vederlo all’opera. La cosa importante sarebbe metterlo nelle condizioni di operare al meglio”.

 

Chi terrebbe dei giocatori della rosa del Napoli per il prossimo anno?

 

“Anche qui ci sarebbe un bel da fare. Non so se i calciatori di prestigio accetteranno di restare ancora. Sarà importante capire come finirà il campionato e, di conseguenza, la volontà dei singoli”.

 

Nell’ultimo biennio, al di là della volontà dei calciatori, chi meriterebbe di restare a Napoli?

 

“Per quello che ho visto quest’anno, possono essere pochi. Non faccio nomi perché non sta a me giudicare, ma la scelta non è così ampia. Kvara? Potrei dire anche di sì, ma sono discorsi difficili. Le competizioni europee sono importanti per calciatori di livello. Rimanere senza competizioni europee di spessore, non saprei…”.

 

Il rischio è quello di perdere giocatori che vogliano puntare a competizioni di livello?

 

“Anche Lobotka sta avendo apprezzamenti dal Barcellona di Xavi. Parliamo di giocatori chiave della nostra squadra. Ci sarebbe da intervenire anche in difesa. Ci sono parecchi giocatori da prendere in questo reparto. In avanti, infine, non so chi rimarrà. Sono tutte supposizioni che, naturalmente, servono a poco o niente. Starà alla dirigenza valutare il tutto”.

 

Tre allenatori su tre hanno messo ai margini Natan, che avrebbe dovuto sostituire Kim Min-jae.

 

“Anche Mazzocchi, che fine ha fatto? Simeone che fine ha fatto? Su Natan è un mistero. Se non è rientrato vorrà dire ci saranno state altre valutazioni. Ci sono tante dinamiche che non conosciamo”.

 

La scelta Natan avrebbe potuto dare risultati diversi se fosse arrivato prima?

 

“Con i ‘se’ e con i ‘ma’ non si va troppo lontano…”.

 

Giovanni Di Lorenzo sta interpretando ottimamente il ruolo di capitano?

 

“Lo sta interpretando bene. Sul campo, però, anche lui ha avuto dei problemi. Sulle prestazioni ci sarebbe qualcosa da dire, e quando succede ad un capitano è dura. Non è colpa di Giovanni. È una squadra di calcio e le responsabilità vanno suddivise fra tutti. Sui motivi è anche difficile esprimersi. Le cose vanno vissute dall’interno”.

 

Italiano sarebbe il profilo giusto per il Napoli?

 

“L’allenatore giusto è quello che fa bene. Per arrivare ad essere bravi dal primo giorno servirebbe anche un curriculum con grandi risultati alle spalle. Molto dipende dalle ambizioni e obiettivi del club. Per arrivare quarti serve una programmazione adeguata, tracciare un cammino. Non si può pensare di centrare sin da subito l’obiettivo, soprattutto considerando il materiale umano a disposizione”.

 

Bisogna anche dichiararli gli obiettivi stagionali… Quest’anno, soltanto Garcia ha pubblicamente dichiarato l’obiettivo della qualificazione in Champions.

 

“Si sapeva. Da un Napoli che aveva appena vinto lo scudetto non ci si poteva aspettare di non ambire ad entrare in Champions. Ripetere il successo era difficile”.

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L'EX - Bruscolotti: "Di Lorenzo interpreta bene il ruolo di capitano, Lobotka fondamentale"

di Napoli Magazine

02/04/2024 - 13:04

A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Giuseppe Bruscolotti, ex capitano del Napoli:

 

Che sconfitta è stata contro i bergamaschi?

 

“Purtroppo, è brutto tutto. Si sperava ci potesse essere una reazione, era un confronto diretto. Di fronte abbiamo trovato una signora squadra che non siamo riusciti a contrastare”.

 

Tanta Atalanta o poco Napoli?

 

“L’Atalanta è una buona squadra, non scopriamo niente. È una squadra che pressa molto, gioca a uomo. È mancata proprio la voglia del confronto diretto. Queste sono partite spareggio. Ieri la Roma ha pareggiato e ci ritroveremo a recriminare i risultati con Atalanta, Torino o Cagliari. Quel che vediamo è lo specchio di questa squadra”.

 

Con la sconfitta contro i bergamaschi gli azzurri dicono addio alla Champions.

 

“Direi proprio di sì. Le contendenti sono tante e potrebbe sbagliare una, ma non tutte. Il posizionamento del Napoli è importante anche per la programmazione della prossima stagione. Tra allenatore e direttore sportivo si dovrà ripartire con basi solide”.

 

Pare che il prossimo direttore sportivo del Napoli possa essere Giovanni Manna, il dirigente dei bianconeri che si occupa della Next Gen. Crede sia una buona scelta?

 

“Non saprei. Bisognerebbe vederlo all’opera. La cosa importante sarebbe metterlo nelle condizioni di operare al meglio”.

 

Chi terrebbe dei giocatori della rosa del Napoli per il prossimo anno?

 

“Anche qui ci sarebbe un bel da fare. Non so se i calciatori di prestigio accetteranno di restare ancora. Sarà importante capire come finirà il campionato e, di conseguenza, la volontà dei singoli”.

 

Nell’ultimo biennio, al di là della volontà dei calciatori, chi meriterebbe di restare a Napoli?

 

“Per quello che ho visto quest’anno, possono essere pochi. Non faccio nomi perché non sta a me giudicare, ma la scelta non è così ampia. Kvara? Potrei dire anche di sì, ma sono discorsi difficili. Le competizioni europee sono importanti per calciatori di livello. Rimanere senza competizioni europee di spessore, non saprei…”.

 

Il rischio è quello di perdere giocatori che vogliano puntare a competizioni di livello?

 

“Anche Lobotka sta avendo apprezzamenti dal Barcellona di Xavi. Parliamo di giocatori chiave della nostra squadra. Ci sarebbe da intervenire anche in difesa. Ci sono parecchi giocatori da prendere in questo reparto. In avanti, infine, non so chi rimarrà. Sono tutte supposizioni che, naturalmente, servono a poco o niente. Starà alla dirigenza valutare il tutto”.

 

Tre allenatori su tre hanno messo ai margini Natan, che avrebbe dovuto sostituire Kim Min-jae.

 

“Anche Mazzocchi, che fine ha fatto? Simeone che fine ha fatto? Su Natan è un mistero. Se non è rientrato vorrà dire ci saranno state altre valutazioni. Ci sono tante dinamiche che non conosciamo”.

 

La scelta Natan avrebbe potuto dare risultati diversi se fosse arrivato prima?

 

“Con i ‘se’ e con i ‘ma’ non si va troppo lontano…”.

 

Giovanni Di Lorenzo sta interpretando ottimamente il ruolo di capitano?

 

“Lo sta interpretando bene. Sul campo, però, anche lui ha avuto dei problemi. Sulle prestazioni ci sarebbe qualcosa da dire, e quando succede ad un capitano è dura. Non è colpa di Giovanni. È una squadra di calcio e le responsabilità vanno suddivise fra tutti. Sui motivi è anche difficile esprimersi. Le cose vanno vissute dall’interno”.

 

Italiano sarebbe il profilo giusto per il Napoli?

 

“L’allenatore giusto è quello che fa bene. Per arrivare ad essere bravi dal primo giorno servirebbe anche un curriculum con grandi risultati alle spalle. Molto dipende dalle ambizioni e obiettivi del club. Per arrivare quarti serve una programmazione adeguata, tracciare un cammino. Non si può pensare di centrare sin da subito l’obiettivo, soprattutto considerando il materiale umano a disposizione”.

 

Bisogna anche dichiararli gli obiettivi stagionali… Quest’anno, soltanto Garcia ha pubblicamente dichiarato l’obiettivo della qualificazione in Champions.

 

“Si sapeva. Da un Napoli che aveva appena vinto lo scudetto non ci si poteva aspettare di non ambire ad entrare in Champions. Ripetere il successo era difficile”.