Beppe Marotta, dirigente dell'Inter, ha fatto una riflessione sulla condizione attuale del campionato di Serie A, parlando in occasione dell'evento di celebrazione dei 130 anni de Il Mattino: "Nel 2000 noi eravamo l'El Dorado del calcio in termini di partite e di ingaggi - ha detto l'ad dell'Inte -. I giocatori venivano qui, come Maradona, e finivano la loro carriera qui. Oggi il nostro è un campionato di transizione. Guardate Lukaku e Hakimi che sono arrivati da United e Real e poi al termine della stagione hanno chiesto di andare via. Improvvisamente abbiamo perso posizioni e mi chiedo: perché? Non siamo stati pronti al cambiamento, gli inglesi lo hanno capito partendo dal prodotto in termini di vendita. Noi in 20 anni abbiamo perso potere competitivo. Nell'ambito della valorizzazione dei diritti loro sono partiti molto prima di noi e oggi ci troviamo in un rapporto 1:4. Dal modello del mecenatismo ci siamo trovati impreparati a modificare il nostro modello di business. E' venuta meno la lungimiranza di alcuni imprenditori. In Italia non c'è il ministero dello sport, nelle scuole lo sport non esiste e il calcio come disciplina non è seguito, abbiamo una dispersione di talenti perché nessuno è in grado di identificarli".
di Napoli Magazine
25/05/2024 - 18:15
Beppe Marotta, dirigente dell'Inter, ha fatto una riflessione sulla condizione attuale del campionato di Serie A, parlando in occasione dell'evento di celebrazione dei 130 anni de Il Mattino: "Nel 2000 noi eravamo l'El Dorado del calcio in termini di partite e di ingaggi - ha detto l'ad dell'Inte -. I giocatori venivano qui, come Maradona, e finivano la loro carriera qui. Oggi il nostro è un campionato di transizione. Guardate Lukaku e Hakimi che sono arrivati da United e Real e poi al termine della stagione hanno chiesto di andare via. Improvvisamente abbiamo perso posizioni e mi chiedo: perché? Non siamo stati pronti al cambiamento, gli inglesi lo hanno capito partendo dal prodotto in termini di vendita. Noi in 20 anni abbiamo perso potere competitivo. Nell'ambito della valorizzazione dei diritti loro sono partiti molto prima di noi e oggi ci troviamo in un rapporto 1:4. Dal modello del mecenatismo ci siamo trovati impreparati a modificare il nostro modello di business. E' venuta meno la lungimiranza di alcuni imprenditori. In Italia non c'è il ministero dello sport, nelle scuole lo sport non esiste e il calcio come disciplina non è seguito, abbiamo una dispersione di talenti perché nessuno è in grado di identificarli".