Antonio Conte, tecnico dell'Inter, si è raccontato nel corso di un'intervista al Corriere della Sera: "Da avversario voglio ammazzare, intendo sportivamente, il mio nemico: mandarmi via avrebbe facilitato gli altri. L'Inter è la sfida più difficile della mia carriera. Restare a lungo? Dare la propria impronta e restare tanti anni è la cosa più bella per un allenatore". Mi avevano sconsigliato l'Inter ma mi piacciono le sfide, e l'esperienza alla Juve è stata importante per arrivare con il bagaglio costruito precedentemente. Sono arrivato molto più preparato. Difficile cambiare il chip mentale ad una squadra che non vince da 10 anni, inconsciamente cerchi alibi e dai la colpa ad altri, non vedi i tuoi limiti. La differenza tra mentalità vincente o semplicemente campare è alzare la pressione, lavorare su ogni settore e non solo sui calciatori, e diventare un rompiscatole".
Sul suo futuro: "Non so se vinceremo ma faremo di tutto per riuscirci e un allenatore, quando decide di sposare un progetto, è felice se ha la possibilità di lavorare a lungo nello stesso club. Mi piacerebbe ci fosse continuità in tutto. Se penso alla Nazionale mi vengono i brividi, la mia porta per l'Italia sarà sempre aperta".
di Napoli Magazine
27/02/2024 - 11:05
Antonio Conte, tecnico dell'Inter, si è raccontato nel corso di un'intervista al Corriere della Sera: "Da avversario voglio ammazzare, intendo sportivamente, il mio nemico: mandarmi via avrebbe facilitato gli altri. L'Inter è la sfida più difficile della mia carriera. Restare a lungo? Dare la propria impronta e restare tanti anni è la cosa più bella per un allenatore". Mi avevano sconsigliato l'Inter ma mi piacciono le sfide, e l'esperienza alla Juve è stata importante per arrivare con il bagaglio costruito precedentemente. Sono arrivato molto più preparato. Difficile cambiare il chip mentale ad una squadra che non vince da 10 anni, inconsciamente cerchi alibi e dai la colpa ad altri, non vedi i tuoi limiti. La differenza tra mentalità vincente o semplicemente campare è alzare la pressione, lavorare su ogni settore e non solo sui calciatori, e diventare un rompiscatole".
Sul suo futuro: "Non so se vinceremo ma faremo di tutto per riuscirci e un allenatore, quando decide di sposare un progetto, è felice se ha la possibilità di lavorare a lungo nello stesso club. Mi piacerebbe ci fosse continuità in tutto. Se penso alla Nazionale mi vengono i brividi, la mia porta per l'Italia sarà sempre aperta".