AFFILE (ROMA) - «L’Inter è stata la più forte, non ha mai dato spettacolo ma è sempre stata concreta. Ha badato al sodo». Lo ha detto l’ex dg della Juve, Luciano Moggi, parlano ad Affile (Roma) alla seconda edizione del Premio «MM7» dedicato a Mario Mariozzi, prestigiosa ala destra degli anni 50/60, poi tecnico e ds di diverse squadre laziali. Presenti anche l’ex difensore della Roma Franco Peccenini, il tecnico del Carpi Sandro Pochesci, il procuratore Roberto Ottaviani e il giornalista e scrittore Silio Rossi. Premiati anche l’ex capitano della Lazio campione d’Italia, Pino Wilson, e il radiocronista della Rai, Francesco Repice. «Conte è uno che trasmette grandi motivazioni – ha aggiunto Moggi –, gli è stata creata una squadra che rispecchia quello che lui vorrebbe fare. Merito pure di Marotta che lo ha assecondato e della società che lo ha sopportato, perché Conte è un soggetto che, quando si esprime, parla anche dei dirigenti. In certi momenti - ha concluso Moggi - ho detto a me stesso: se ci fossi io lì, magari non ci sarebbe più Conte come allenatore».
di Napoli Magazine
10/05/2024 - 11:46
AFFILE (ROMA) - «L’Inter è stata la più forte, non ha mai dato spettacolo ma è sempre stata concreta. Ha badato al sodo». Lo ha detto l’ex dg della Juve, Luciano Moggi, parlano ad Affile (Roma) alla seconda edizione del Premio «MM7» dedicato a Mario Mariozzi, prestigiosa ala destra degli anni 50/60, poi tecnico e ds di diverse squadre laziali. Presenti anche l’ex difensore della Roma Franco Peccenini, il tecnico del Carpi Sandro Pochesci, il procuratore Roberto Ottaviani e il giornalista e scrittore Silio Rossi. Premiati anche l’ex capitano della Lazio campione d’Italia, Pino Wilson, e il radiocronista della Rai, Francesco Repice. «Conte è uno che trasmette grandi motivazioni – ha aggiunto Moggi –, gli è stata creata una squadra che rispecchia quello che lui vorrebbe fare. Merito pure di Marotta che lo ha assecondato e della società che lo ha sopportato, perché Conte è un soggetto che, quando si esprime, parla anche dei dirigenti. In certi momenti - ha concluso Moggi - ho detto a me stesso: se ci fossi io lì, magari non ci sarebbe più Conte come allenatore».