Europa League
L'INTERVISTA - Zoff a NM: "Rafael? L'unico che può reagire è solo lui"
19.02.2015 00:55 di Redazione

NAPOLI - SuperDino è SuperDino non per niente... Non si è Dino Zoff così per caso insomma. Passano gli anni, anche tanti anni, addirittura generazioni, ma lui resta l’eterna icona del Portiere, maiuscola d’obbligo, noblesse oblige. E chi s’azzarda a trasgredire. Guarda e parla di calcio dalla sua terrazza della Collina Fleming, panoramico quartiere chic sopra Corso Francia. Da lì ha visione privilegiata: Tor di Quinto, vecchia Casa Madre laziale dove Zoff allenatore ha regnato sei anni (in tre tranche), è là di sotto. La ricerca della comodità... Ora si gode la pace, guarda e giudica. Era affidabile come nessun altro quando giocava, lo è stato un filo di meno come allenatore, lo è di nuovo al 100% come osservatore, critico, guru, per chi vuole affidarsi al suo sapere. Un sapere pacato, sempre a voce bassa, non ha mai usato un tono stentoreo, quando avrebbe potuto. Ah, quanto avrebbe potuto… Niente di meglio che Dino Zoff per un quadro tecnico e umano sulla difficile situazione del Napoli tra i pali: Rafael potenzialmente un portierone che al momento fa fatica anche ad essere un portiere. Un portiere normale, anche se da serie A e del Napoli. Ecco l'intervista concessa da Dino Zoff a "NapoliMagazine.Com".



- Dino, la delicata situazione del portiere del Napoli: quanto sta pesando nell’equilibrio della squadra quell’inaffidabilità di Rafael? La difesa trema ad ogni azione e ogni giocata diventa più difficile.



“Lo so, tutti pensano questa cosa, ma io non ci credo. Per me le mancanze della difesa non sono causate da Rafael. Gli errori della difesa sono errori della difesa, e gli errori di Rafael sono errori di Rafael. Dopo l’1-0 di Palermo, perché a quello ti riferisci, no?, la squadra avrebbe avuto tutto il tempo di riassettarsi e  rimontare, ma non l’ha fatto. Sono problemi del Napoli, di Benitez, non di Rafael”.



- Quell’erroraccio non pensi che sia stato determinante?



“No, la vedo diversamente. E’ mancata la squadra. Gli altri errori, gli altri gol…”.



- Il fatto che nessuno dei compagni dopo l’errore gli abbia dato nemmeno una pacca di incoraggiamento sul sedere o sulla schiena però…



“Questo sì, sono d’accordo, è stato un segnale brutto, e preoccupante. Se si spezza l’unione di fiducia e d’intenti tra difesa e portiere è brutta cosa, molto brutta. A questo punto tocca a Benitez intervenire, lui è sufficientemente saggio ed esperto per affrontare l’emergenza. Se la fiducia portiere-difesa viene meno è una brutta cosa”.



- Giovedì in Europa League comunque dovrebbe toccare ad Andujar.



“Benitez, ripeto, ha tutti gli strumenti, tecnici e psicologici, per venire a capo del problema. In Europa League il tecnico fa giocare Andujar… Anche in Coppa Italia lo stesso”.



- Che valutazione dai di Rafael? Non lo bocceresti ancora?



“Finora mi sembrava complessivamente sufficiente. Una bocciatura si rifletterebbe su tutta la squadra. Credo ci si debba fidare delle scelte di Benitez. Io almeno mi fiderei. Comunque tocca a Rafael reagire, trovare la forza d’animo e muscolare”.



- E invece la tua valutazione della squadra, del campionato?



“Il Napoli ha perso troppi punti con squadre contro le quali doveva fare bottino pieno, punti che ora pesano. Juve e Roma hanno di sicuro più qualità e quantità. Credo che ancora si possa recuperare.  Il tempo c’è, certo che non si può più rimandare. E sbagliare. Ci vorrebbe un’altra striscia di risultati positivi come quelli prima di Palermo”.



- La polemica di queste ore sui vivai troppo pieni di ragazzi stranieri…



“Se ci sono ragazzi bravi vengono fuori, che i vivai siano troppo pieni di ragazzi stranieri o meno. Non è quello il problema. Già in passato si è spesso andati a cicli. Di vivai ce ne sono più adesso che ai miei tempi: il fatto è che ora non ci sono ragazzi italiani bravi, tutto qui. Il fatto che le squadre vadano in campo con tanti stranieri e pochi italiani fa parte della situazione sociale e politica del momento. E’ molto strana, certo. Ma tant’è…”.            





Paolo Prestisimone



Napoli Magazine



Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte:www.napolimagazine.com


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L'INTERVISTA - Zoff a NM: "Rafael? L'unico che può reagire è solo lui"

di Napoli Magazine

19/02/2015 - 00:55

NAPOLI - SuperDino è SuperDino non per niente... Non si è Dino Zoff così per caso insomma. Passano gli anni, anche tanti anni, addirittura generazioni, ma lui resta l’eterna icona del Portiere, maiuscola d’obbligo, noblesse oblige. E chi s’azzarda a trasgredire. Guarda e parla di calcio dalla sua terrazza della Collina Fleming, panoramico quartiere chic sopra Corso Francia. Da lì ha visione privilegiata: Tor di Quinto, vecchia Casa Madre laziale dove Zoff allenatore ha regnato sei anni (in tre tranche), è là di sotto. La ricerca della comodità... Ora si gode la pace, guarda e giudica. Era affidabile come nessun altro quando giocava, lo è stato un filo di meno come allenatore, lo è di nuovo al 100% come osservatore, critico, guru, per chi vuole affidarsi al suo sapere. Un sapere pacato, sempre a voce bassa, non ha mai usato un tono stentoreo, quando avrebbe potuto. Ah, quanto avrebbe potuto… Niente di meglio che Dino Zoff per un quadro tecnico e umano sulla difficile situazione del Napoli tra i pali: Rafael potenzialmente un portierone che al momento fa fatica anche ad essere un portiere. Un portiere normale, anche se da serie A e del Napoli. Ecco l'intervista concessa da Dino Zoff a "NapoliMagazine.Com".



- Dino, la delicata situazione del portiere del Napoli: quanto sta pesando nell’equilibrio della squadra quell’inaffidabilità di Rafael? La difesa trema ad ogni azione e ogni giocata diventa più difficile.



“Lo so, tutti pensano questa cosa, ma io non ci credo. Per me le mancanze della difesa non sono causate da Rafael. Gli errori della difesa sono errori della difesa, e gli errori di Rafael sono errori di Rafael. Dopo l’1-0 di Palermo, perché a quello ti riferisci, no?, la squadra avrebbe avuto tutto il tempo di riassettarsi e  rimontare, ma non l’ha fatto. Sono problemi del Napoli, di Benitez, non di Rafael”.



- Quell’erroraccio non pensi che sia stato determinante?



“No, la vedo diversamente. E’ mancata la squadra. Gli altri errori, gli altri gol…”.



- Il fatto che nessuno dei compagni dopo l’errore gli abbia dato nemmeno una pacca di incoraggiamento sul sedere o sulla schiena però…



“Questo sì, sono d’accordo, è stato un segnale brutto, e preoccupante. Se si spezza l’unione di fiducia e d’intenti tra difesa e portiere è brutta cosa, molto brutta. A questo punto tocca a Benitez intervenire, lui è sufficientemente saggio ed esperto per affrontare l’emergenza. Se la fiducia portiere-difesa viene meno è una brutta cosa”.



- Giovedì in Europa League comunque dovrebbe toccare ad Andujar.



“Benitez, ripeto, ha tutti gli strumenti, tecnici e psicologici, per venire a capo del problema. In Europa League il tecnico fa giocare Andujar… Anche in Coppa Italia lo stesso”.



- Che valutazione dai di Rafael? Non lo bocceresti ancora?



“Finora mi sembrava complessivamente sufficiente. Una bocciatura si rifletterebbe su tutta la squadra. Credo ci si debba fidare delle scelte di Benitez. Io almeno mi fiderei. Comunque tocca a Rafael reagire, trovare la forza d’animo e muscolare”.



- E invece la tua valutazione della squadra, del campionato?



“Il Napoli ha perso troppi punti con squadre contro le quali doveva fare bottino pieno, punti che ora pesano. Juve e Roma hanno di sicuro più qualità e quantità. Credo che ancora si possa recuperare.  Il tempo c’è, certo che non si può più rimandare. E sbagliare. Ci vorrebbe un’altra striscia di risultati positivi come quelli prima di Palermo”.



- La polemica di queste ore sui vivai troppo pieni di ragazzi stranieri…



“Se ci sono ragazzi bravi vengono fuori, che i vivai siano troppo pieni di ragazzi stranieri o meno. Non è quello il problema. Già in passato si è spesso andati a cicli. Di vivai ce ne sono più adesso che ai miei tempi: il fatto è che ora non ci sono ragazzi italiani bravi, tutto qui. Il fatto che le squadre vadano in campo con tanti stranieri e pochi italiani fa parte della situazione sociale e politica del momento. E’ molto strana, certo. Ma tant’è…”.            





Paolo Prestisimone



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