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IL FLASH - Rosa Petrazzuolo: "Riflettori sempre accesi sulla lotta al razzismo, nel segno della chiarezza e del rispetto reciproco"
19.03.2024 23:59 di Redazione

NAPOLI - La partita pareggiata in rimonta dal Napoli a San Siro contro l’Inter è indice di una lenta ma costante ripresa degli azzurri che stanno ritrovando in campo organizzazione di gioco, compattezza e quello spirito di unione che è fondamentale per remare tutti nella stessa direzione, a caccia di un risultato utile. La matematica lascia ancora qualche chance ai Campioni d’Italia in carica di poter risalire la china e tentare l’aggancio ad un piazzamento in classifica valido per la qualificazione alla prossima Champions League. Il Napoli infatti ha in calendario alcuni scontri diretti da giocare in casa contro Atalanta, Roma e Bologna, occasioni importantissime per conquistare punti preziosi per provare a raggiungere l’obiettivo. La squadra di Calzona che sul finire del primo tempo è andata in svantaggio con il gol di Darmian, nella ripresa è rimasta lucida e determinata a sfruttare ogni occasione. In una gara in cui Osimhen è stato solo spettatore in panchina perché alle prese con una infiammazione di una cicatrice di un vecchio infortunio, ci ha pensato Juan Jesus sugli sviluppi di un calcio d’angolo a segnare la rete del pareggio con un colpo di testa decisivo. Il difensore brasiliano è stato artefice di un’ottima prestazione ed ha difeso inoltre i suoi diritti segnalando all’arbitro La Penna un insulto razzista rivoltogli da Acerbi che gli ha detto “negro”. Con grande signorilità, poi nel post partita, Juan Jesus ha fatto chiarezza sull’accaduto, sostenendo che ciò che accade in campo rimane in campo e che Acerbi si era scusato dopo essersi reso conto di essere andato oltre con le parole. Caso chiuso dunque? Il fatto che si siano chiariti e che Juan Jesus abbia perdonato Acerbi accettando le sue scuse, non cancella questo episodio gravissimo e per di più commesso da un calciatore della Nazionale italiana, tra l’altro proprio nella giornata di campionato in cui la Serie A, in vista della XX Settimana di Azione contro il razzismo, aveva promosso su tutti i campi il messaggio “Keep Racism Out. Together. Everywhere”. Al di là del fatto che “in via precauzionale in attesa di ricostruire quanto avvenuto nel rispetto dell’autonomia della giustizia sportiva” la Figc ha comunicato la decisione di escludere Acerbi dalla lista dei convocati per le prossime due amichevoli in programma negli Stati Uniti, desta stupore che un calciatore possa rivolgersi ad un avversario con frasi oggettivamente razziste anche laddove nel caso specifico, “dal resoconto del difensore nerazzurro non vi è stato da parte sua alcun intento diffamatorio, denigratorio o razzista”, come puntualizzato nel comunicato della Figc. Nella serata di ieri, Acerbi dal canto suo ha sostenuto di non aver detto nulla di razzista a Juan Jesus durante la partita, parole che hanno indotto il difensore brasiliano del Napoli a puntualizzare l’accaduto su Instagram: “Per me la questione si era chiusa in campo con le scuse di Acerbi e sinceramente avrei preferito non tornare su una cosa così ignobile come quella che ho dovuto subire – ha scritto Juan Jesus sul social network -. Oggi peró leggo dichiarazioni di Acerbi totalmente contrastanti con la realtà dei fatti, con quanto detto da lui stesso ieri sul terreno di gioco e con l’evidenza mostrata anche da filmati e labiali inequivocabili in cui mi domanda perdono. Così non ci sto. Il razzismo si combatte qui e ora. Acerbi mi ha detto “vai via nero, sei solo un negro”. In seguito alla mia protesta con l’arbitro ha ammesso di aver sbagliato e mi ha chiesto scusa aggiungendo poi anche: “per me negro è un insulto come un altro”. Oggi ha cambiato versione e sostiene che non c’è stato alcun insulto razzista. Non ho nulla da aggiungere. #notoracism”. I calciatori non dovrebbero mai dimenticare di essere un esempio per tutti gli appassionati di sport e dovrebbero farsi sempre portatori di messaggi volti a promuovere i valori universali di rispetto e di fratellanza che non possono lasciar spazio ad espressioni denigratorie, offensive o razziste una volta che si scende in campo e sale la foga agonistica. E’ un atteggiamento superficiale ed inammissibile in una società che voglia davvero impegnarsi a bandire ogni forma di razzismo. Giusto tenere i riflettori sempre accesi e che non cali mai il silenzio su episodi del genere, proprio nel segno della chiarezza e del rispetto reciproco.

 

Rosa Petrazzuolo

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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IL FLASH - Rosa Petrazzuolo: "Riflettori sempre accesi sulla lotta al razzismo, nel segno della chiarezza e del rispetto reciproco"

di Napoli Magazine

19/03/2024 - 23:59

NAPOLI - La partita pareggiata in rimonta dal Napoli a San Siro contro l’Inter è indice di una lenta ma costante ripresa degli azzurri che stanno ritrovando in campo organizzazione di gioco, compattezza e quello spirito di unione che è fondamentale per remare tutti nella stessa direzione, a caccia di un risultato utile. La matematica lascia ancora qualche chance ai Campioni d’Italia in carica di poter risalire la china e tentare l’aggancio ad un piazzamento in classifica valido per la qualificazione alla prossima Champions League. Il Napoli infatti ha in calendario alcuni scontri diretti da giocare in casa contro Atalanta, Roma e Bologna, occasioni importantissime per conquistare punti preziosi per provare a raggiungere l’obiettivo. La squadra di Calzona che sul finire del primo tempo è andata in svantaggio con il gol di Darmian, nella ripresa è rimasta lucida e determinata a sfruttare ogni occasione. In una gara in cui Osimhen è stato solo spettatore in panchina perché alle prese con una infiammazione di una cicatrice di un vecchio infortunio, ci ha pensato Juan Jesus sugli sviluppi di un calcio d’angolo a segnare la rete del pareggio con un colpo di testa decisivo. Il difensore brasiliano è stato artefice di un’ottima prestazione ed ha difeso inoltre i suoi diritti segnalando all’arbitro La Penna un insulto razzista rivoltogli da Acerbi che gli ha detto “negro”. Con grande signorilità, poi nel post partita, Juan Jesus ha fatto chiarezza sull’accaduto, sostenendo che ciò che accade in campo rimane in campo e che Acerbi si era scusato dopo essersi reso conto di essere andato oltre con le parole. Caso chiuso dunque? Il fatto che si siano chiariti e che Juan Jesus abbia perdonato Acerbi accettando le sue scuse, non cancella questo episodio gravissimo e per di più commesso da un calciatore della Nazionale italiana, tra l’altro proprio nella giornata di campionato in cui la Serie A, in vista della XX Settimana di Azione contro il razzismo, aveva promosso su tutti i campi il messaggio “Keep Racism Out. Together. Everywhere”. Al di là del fatto che “in via precauzionale in attesa di ricostruire quanto avvenuto nel rispetto dell’autonomia della giustizia sportiva” la Figc ha comunicato la decisione di escludere Acerbi dalla lista dei convocati per le prossime due amichevoli in programma negli Stati Uniti, desta stupore che un calciatore possa rivolgersi ad un avversario con frasi oggettivamente razziste anche laddove nel caso specifico, “dal resoconto del difensore nerazzurro non vi è stato da parte sua alcun intento diffamatorio, denigratorio o razzista”, come puntualizzato nel comunicato della Figc. Nella serata di ieri, Acerbi dal canto suo ha sostenuto di non aver detto nulla di razzista a Juan Jesus durante la partita, parole che hanno indotto il difensore brasiliano del Napoli a puntualizzare l’accaduto su Instagram: “Per me la questione si era chiusa in campo con le scuse di Acerbi e sinceramente avrei preferito non tornare su una cosa così ignobile come quella che ho dovuto subire – ha scritto Juan Jesus sul social network -. Oggi peró leggo dichiarazioni di Acerbi totalmente contrastanti con la realtà dei fatti, con quanto detto da lui stesso ieri sul terreno di gioco e con l’evidenza mostrata anche da filmati e labiali inequivocabili in cui mi domanda perdono. Così non ci sto. Il razzismo si combatte qui e ora. Acerbi mi ha detto “vai via nero, sei solo un negro”. In seguito alla mia protesta con l’arbitro ha ammesso di aver sbagliato e mi ha chiesto scusa aggiungendo poi anche: “per me negro è un insulto come un altro”. Oggi ha cambiato versione e sostiene che non c’è stato alcun insulto razzista. Non ho nulla da aggiungere. #notoracism”. I calciatori non dovrebbero mai dimenticare di essere un esempio per tutti gli appassionati di sport e dovrebbero farsi sempre portatori di messaggi volti a promuovere i valori universali di rispetto e di fratellanza che non possono lasciar spazio ad espressioni denigratorie, offensive o razziste una volta che si scende in campo e sale la foga agonistica. E’ un atteggiamento superficiale ed inammissibile in una società che voglia davvero impegnarsi a bandire ogni forma di razzismo. Giusto tenere i riflettori sempre accesi e che non cali mai il silenzio su episodi del genere, proprio nel segno della chiarezza e del rispetto reciproco.

 

Rosa Petrazzuolo

 

Napoli Magazine

 

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