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MINNEAPOLIS - Hamilton: "Silenzio della F1, è dominata dai bianchi"
01.06.2020 13:02 di Redazione

Lewis Hamilton torna a parlare sui fatti di Minneapolis e la morte di George Floyd. Dopo quanto accaduto nel Minnesota, il sei volte campione del mondo di F1 aveva scritto sui propri social che "in un mondo come quello in cui viviamo, chi si assumerà la responsabilità di tutto questo? Sono sicuro che nessuno di questi poliziotti lo farà". Ora invece, su Instagram, attacca il suo stesso mondo, quello del Circus delle 4 ruote, che afferma essere "dominato dai bianchi" e per questo è rimasto in silenzio sull' "assassinio" (così l'aveva definito) di Floyd. "Vedo quelli di voi che stanno zitti, alcuni di voi sono delle superstar, eppure state in silenzio in mezzo all'ingiustizia - è la riflessione del pilota britannico, primo campione del mondo di colore nella storia della F1 -. Nessun segnale da gente del mio settore che ovviamente è uno sport dominato dai bianchi: lì io sono una delle uniche persone nere, ma sono solo. Avrei pensato che qualcuno volesse vedere perché questo accade, e dire qualcosa al riguardo, ma non puoi stare al nostro fianco. So solo chi sei e ti vedo". Dopo aver specificato di essere al fianco di coloro che protestano pacificamente e non di chi saccheggia negozi, Hamilton continua così: "Non può esserci pace finché i nostri cosiddetti leader non cambiano. Questa non è solo l'America: è il Regno Unito, la Spagna, l'Italia e dappertutto: devono cambiare la maniera in cui vengono trattate le minoranze e il modo in cui educate le persone dei vostri paesi su uguaglianza, razzismo e classismo. Siamo nati tutti uguali, non siamo nati con il razzismo e l'odio nei nostri cuori è insegnato da coloro che guardiamo". La conclusione di Hamilton è che vuole "davvero, in qualche modo, far parte del cambiamento, lavorando in collaborazione con la F.1 e la Fia. Non so perché non ci siano abbastanza studenti universitari, ingegneri, meccanici e nemmeno operatori dei media provenienti da contesti più diversi: è sempre stato così come è oggi, ma vedo una reale opportunità di far parte del cambiamento".

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MINNEAPOLIS - Hamilton: "Silenzio della F1, è dominata dai bianchi"

di Napoli Magazine

01/06/2024 - 13:02

Lewis Hamilton torna a parlare sui fatti di Minneapolis e la morte di George Floyd. Dopo quanto accaduto nel Minnesota, il sei volte campione del mondo di F1 aveva scritto sui propri social che "in un mondo come quello in cui viviamo, chi si assumerà la responsabilità di tutto questo? Sono sicuro che nessuno di questi poliziotti lo farà". Ora invece, su Instagram, attacca il suo stesso mondo, quello del Circus delle 4 ruote, che afferma essere "dominato dai bianchi" e per questo è rimasto in silenzio sull' "assassinio" (così l'aveva definito) di Floyd. "Vedo quelli di voi che stanno zitti, alcuni di voi sono delle superstar, eppure state in silenzio in mezzo all'ingiustizia - è la riflessione del pilota britannico, primo campione del mondo di colore nella storia della F1 -. Nessun segnale da gente del mio settore che ovviamente è uno sport dominato dai bianchi: lì io sono una delle uniche persone nere, ma sono solo. Avrei pensato che qualcuno volesse vedere perché questo accade, e dire qualcosa al riguardo, ma non puoi stare al nostro fianco. So solo chi sei e ti vedo". Dopo aver specificato di essere al fianco di coloro che protestano pacificamente e non di chi saccheggia negozi, Hamilton continua così: "Non può esserci pace finché i nostri cosiddetti leader non cambiano. Questa non è solo l'America: è il Regno Unito, la Spagna, l'Italia e dappertutto: devono cambiare la maniera in cui vengono trattate le minoranze e il modo in cui educate le persone dei vostri paesi su uguaglianza, razzismo e classismo. Siamo nati tutti uguali, non siamo nati con il razzismo e l'odio nei nostri cuori è insegnato da coloro che guardiamo". La conclusione di Hamilton è che vuole "davvero, in qualche modo, far parte del cambiamento, lavorando in collaborazione con la F.1 e la Fia. Non so perché non ci siano abbastanza studenti universitari, ingegneri, meccanici e nemmeno operatori dei media provenienti da contesti più diversi: è sempre stato così come è oggi, ma vedo una reale opportunità di far parte del cambiamento".