NAPOLI - Onestamente inspiegabile. La sconfitta contro l'Inter, al di là dei tre gol regalati alla squadra di Conte, lascia nell'anima del tifoso partenopeo un senso di smarrimento e di impotenza. Al di là del freddo gelido, calato sugli spalti del San Paolo, la sensazione avuta è che gli uomini di Gattuso non riescano ancora a scrollarsi di dosso quella paura evidente che avvolge le giocate più semplici. Ecco allora che Di Lorenzo scivola, poi Meret commette una papera su Lukaku, ed in seguito sbaglia un appoggio facile, Manolas lascia licenza di segnare a Lautaro e Fabian vaneggia a centrocampo. Cosa succede al Napoli? Difficile individuare un solo problema. Di sicuro, se si vuole giocare con il 4-3-3, la necessità di rinforzare immediatamente la mediana appare evidente. E a distanza di poco più di un anno, si rimpiangono le partenze di Hamsik, Rog e Diawara, mai rimpiazzati, senza dimenticare il vuoto lasciato nel ruolo di vertice basso da Jorginho. Insomma, errori atavici. Eppure, come sottolineato con la giusta carica da Rino Gattuso in conferenza stampa, dopo il mortificante 3-1 casalingo, segnali di ripresa si sono intravisti. Già, ma i gol bisogna realizzarli, senza perdersi in trame di gioco senza senso. Sprazzi di bel gioco si sono intravisti grazie a Callejon e Milik, senza dimenticare il costante impegno di Allan e la lucidità di Zielinski, ma per il resto tutto molto confuso. Qualche cross di Mario Rui, mal deviato in attacco, la confusione perenne di Lozano, la lentezza di Fabian Ruiz, e la mira poco felice di Insigne, non hanno aiutato a svegliarsi dal torpore che attanaglia questa squadra. Si gioca a calcio. Non bisogna mai dimenticarlo. Sembrano esserci problemi, quasi, esistenziali. E da quest'altra parte fatichiamo a capirne il motivo. Va ritrovata subito la gioia di giocare a pallone. Via la paura, i problemi, nella vita, sono altri!