Altri Sport
TOKYO 2020 - Di Centa: rimandare i Giochi era l'unica via
26.03.2020 03:00 di Redazione

Rimandare le Olimpiadi "era l'unica strada percorribile". Ne è convinta Manuela Di Centa, ex fondista, campionessa olimpica, membro onorario del Cio e della giunta del Coni. "Il primo grande motivo è stato il rispetto della salute degli atleti, olimpici e paralimpici, di tutta la famiglia olimpica che organizza i giochi e di tutti quelli che sono coinvolti nelle Olimpiadi", ha affermato. Rimandare i giochi di un anno, anziché solo di qualche mese, è invece stata una scelta "di grande e doveroso rispetto nei confronti di chi si è qualificato, di chi si stava per qualificare e di chi non ne aveva ancora avuto la possibilità. Chi poteva decidere, cambiando i tempi di qualificazione? Non sarebbe stato 'fair', corretto, nei confronti degli atleti di tutto il mondo". Resta però il timore per gli atleti, tra cui anche alcuni azzurri, che guardavano a Tokyo 2020 come l'ultimo appuntamento prima di chiudere la propria carriera e che potrebbero non arrivare al 2021. "Voglio pensare, in questo caso soprattutto come atleta che ha avuto anche momenti di grande difficoltà e di stop nella sua carriera sportiva, che possano trovare energie nuove per tenere duro ancora un anno. Non è facile ma penso ne valga la pena. Credo siano in grado di fare una grande riflessione e capire se questo stop possa dare, soprattutto a loro, energie ancora più forti per tenere duro".

ULTIMISSIME ALTRI SPORT
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
TOKYO 2020 - Di Centa: rimandare i Giochi era l'unica via

di Napoli Magazine

26/03/2024 - 03:00

Rimandare le Olimpiadi "era l'unica strada percorribile". Ne è convinta Manuela Di Centa, ex fondista, campionessa olimpica, membro onorario del Cio e della giunta del Coni. "Il primo grande motivo è stato il rispetto della salute degli atleti, olimpici e paralimpici, di tutta la famiglia olimpica che organizza i giochi e di tutti quelli che sono coinvolti nelle Olimpiadi", ha affermato. Rimandare i giochi di un anno, anziché solo di qualche mese, è invece stata una scelta "di grande e doveroso rispetto nei confronti di chi si è qualificato, di chi si stava per qualificare e di chi non ne aveva ancora avuto la possibilità. Chi poteva decidere, cambiando i tempi di qualificazione? Non sarebbe stato 'fair', corretto, nei confronti degli atleti di tutto il mondo". Resta però il timore per gli atleti, tra cui anche alcuni azzurri, che guardavano a Tokyo 2020 come l'ultimo appuntamento prima di chiudere la propria carriera e che potrebbero non arrivare al 2021. "Voglio pensare, in questo caso soprattutto come atleta che ha avuto anche momenti di grande difficoltà e di stop nella sua carriera sportiva, che possano trovare energie nuove per tenere duro ancora un anno. Non è facile ma penso ne valga la pena. Credo siano in grado di fare una grande riflessione e capire se questo stop possa dare, soprattutto a loro, energie ancora più forti per tenere duro".